Chantal, Martina e Nicola: i loro racconti dal campo nazionale Msac e Giovani

Sono sempre i sogni a fare la realtà…
Pomeriggio estivo. Spiaggia. Un bimbo sguazza sul bagnasciuga rincorrendo le dolci onde d’un mare sommariamente calmo. “Papà, papà, facciamo un castello di sabbia?” “Certo amore, inizia a scavare il fossato che circonda la fortezza, oggi non costruiremo il solito castello, costruiremo il più bel villaggio fortificato mai esistito”.
Forse per gioco, forse inconsapevolmente, forse conosce la portata di ciò che ha detto, fatto sta che quel papà ha già vinto! Ha vinto perché educa ai grandi sogni.
I sogni, oggi c’è qualcuno che ancora educa ai sogni? Eppure – quanto è vero – sono sempre i sogni a fare la realtà. Per costruire una bella realtà occorrono buoni sogni.
In questi giorni a Nocera Umbra il Settore Giovani nazionale di AC ha allestito una vera e propria palestra di sogni, perché ha ben intuito che per sognare in grande ci vuole allenamento e ci vogliono cuori che sanno battere all’unisono.
Quando in equipe i nostri vice ci proposero di partecipare a questa esperienza, avevo la sensazione che questa occasione non poteva essere persa. Insieme al mitico Franco, e le msacchine Martina e Chantal inizia venerdì scorso questa avventura.
Partendo dalla complementarità di Marta e Maria (Lc 10, 38-42), da Betania, attraverso la carezza dell’assistente generale Mons. Gualtiero Sigismondi, è arrivato il primo esercizio, che consta di tre fasi: Accogliere, Ascoltare, Servire. È molto importante, per la buona riuscita dell’esercizio, che non vengano saltate o invertite le fasi.
Lo stile evangelico che viene fuori da questo esercizio è uno dei quattro ingredienti attraverso cui è possibile costruire tanti magnifici castelli (non di sabbia). Gli altri tre ingredienti: la libertà, quella vera; il perdono che accoglie; la forza della debolezza.
Il secondo esercizio ci viene offerto da don Luigi Verdi, Responsabile della Fraternità di Romena: siate belli, teneri e gioiosi. Più che un invito, un imperativo categorico!
Ora, se è vero che la realtà è superiore all’idea, occorre innanzitutto leggerla per comprendere quanto già c’è, cosa manca, quali potenzialità già esistono per costruire. Altra terna di indicazioni, questa volta offerta da Papa Francesco: Armonia, testimonianza, cura dei bisognosi. Come e dove avviene già? Come e dove attivare nuovi processi?
È ora di fare la realtà!
Attraverso un’attenta luttura di risorse e mancanze dei vari territori d’Italia, i giovani sono arrivati passo dopo passo a darsi un’idea, un progetto, un sogno, poi un piccolo proposito, un piccolo impegno che man mano è diventato prima una serie di punti programmatici, poi un vero e proprio Manifesto: il manifesto dei Giovani di Azione Cattolica. Non si tratta di un trattato retorico, generico e fuori dalla realtà, bensì un vero e proprio programma con impegni precisi per una realtà concreta che conosciamo e viviamo.
Esistono! Esistono i sognatori, quelli che non si perdono in fantasie, quelli contemplAttivi, quelli che guardano oltre la siepe, oltre le piaghe, quelli che sanno ridere di cuore lavorando per un sogno…
quelli che si tifano contro abbracciandosi, quelli che un buon appetito dura 20 minuti, quelli che pregano col sorriso di un bambino e cantano a squarciagola, quelli che ogni mondo è paese, quelli con la fierezza di indossare la stessa maglietta, quelli che fa piacere conoscere nuovi amici, quelli che non azzeccano una battuta a pallavolo, che fan paura a giocare a calcio, quelli dei cori, dei tifi e degli abbracci.
Quelli di oggi, quelli di domani, quelli che cambieranno il mondo.
Nicola Sergianni (membro d’equipe giovani- S. Pietro Apostolo, Scafati)
Respira questa libertà. Scatena la non-violenza a scuola!
È stato questo il titolo del campo nazionale Msac tenutosi a Nocera Umbra (PG) dal 27 al 31 luglio. In questi giorni ci siamo soffermati sui diversi tipi di violenza che caratterizzano le nostre vite. Appena arrivati i vicepresidenti nazionali giovani e i segretari nazionali Msac ci hanno illustrato il tema del campo, scelto per costruire la nostra storia futura, impegnandoci ad impiegare il nostro cuore nella battaglia tra violenza e pace. L’obiettivo è quello di rendersi conto che essere liberi è una condizione per tutti o per nessuno, e che per accettare la libertà degli altri occorre ammettere i nostri limiti. Cosi si respira la vera LIBERTÀ!
Il giorno seguente, grazie alla meditazione dell’Assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica Italiana Mons. Gualtiero Sigismondi, abbiamo soffermato l’attenzione su un passo del vangelo di Luca, che vedeva come protagoniste Marta e Maria. In particolare, ci siamo soffermati su tre verbi: Accogliere – Ascoltare – Servire, ognuno legato all’altro da un modo indissolubile, dal momento che l’accoglienza è la chiave del servizio. L’ordine di queste tre parole va assolutamente rispettato, questo per rafforzare rispettivamente il nostro rapporto con noi stessi, con Dio e con gli altri. Abbiamo, inoltre, analizzato la correzione fraterna, che Dio applica nei confronti di Marta, e per cui sono fondamentali quattro elementi: la Discrezione, la Dolcezza, la Chiarezza e la Fortezza. Marta viene rimproverata non per quelli che fa ma per come lo fa, di conseguenza alla sua figura è associato l’aggettivo “Ansiosa”, perché vuole fare più cose insieme, a differenza di Maria che si concentra su una sola cosa e apprende la parte migliore di Gesù. Marta passa dall’accoglienza al servizio senza l’ascolto, che costituisce la chiave di volta delle relazioni. “Se non accogli non puoi ascoltate e se non ascolti non puoi servire” è questa le regola d’oro delle relazioni umane e del rapporto col Signore. Nel pomeriggio, grazie al confronto con Andrea Piscopo ( Formatore specializzato nella gestione maieutica dei conflitti), abbiamo trattato le differenze tra conflitto e violenza partendo da una frase di Friedrich Hacker: “La violenza è semplice, le alternative alla violenza sono complesse”. Il conflitto indica un contrasto, un’opposizione mentre la violenza è un’azione, esercitata da un soggetto su un altro agendo contro la sua volontà. Al termine del confronto siamo arrivati alla conclusione che per sconfiggere la violenza bisogna lavorare sulle relazioni, in ogni loro campo.
Il terzo giorno dopo la Santa Messa presieduta dal Vescovo della diocesi di Gubbio, quattro interventi tenutisi nella plenaria, ci hanno permesso di dare un #occhio_sul_mondo a proposito della discriminazione di genere, della violenza nel linguaggio della politica, delle guerre nel mondo e del fenomeno mafioso. Successivamente ognuno di noi ha scelto uno di questi quattro temi e abbiamo svolto un laboratorio con le figure rappresentative di essi, rispettivamente Elisa Piazzoli, Gianni Borsa, Riccardo Cristiano e Davide Pati.
Sono emerse diverse riflessioni significative…siamo in un’era dove il Vangelo viene usato come arma, dove se non c’è conoscenza la politica degenera in violenza, dove la prima causa di morte nelle donne tra i 16 e i 70 anni è la violenza, dove i giovani vanno spinti a disinstallarsi e lottare affinché si possa sperare nel cambiamento, affinché ci possa essere il cambiamento.
Subito dopo pranzo, passato il momento #caffecolMSAC, nel pomeriggio siamo stati insieme al Settore Giovani. In un primo momento siamo stati divisi in stanze dove vi erano esposti diverse immagini, dati statistici, testimonianze e articoli a proposito di temi quali immigrazione, Europa ed ecomafie. Successivamente ci è stato chiesto di condividere le cose che più ci avevano colpito.
Mentre in un secondo momento siamo passati all’analisi del MSAC, di come procedere nel promuoverlo, di quali difficoltà si riscontrano all’inizio.. e abbiamo dato risposte a curiosità dei giovani, soprattutto di coloro che non vivono la realtà del MSAC nella diocesi.
Infine dopo la preghiera della sera ci siamo deliziati con carni, salumi, formaggi e altri cibi tipici umbri, e dopo esserci scatenati ballando tutti insieme siamo andati a dormire.
Il giorno successivo, dopo la celebrazione mattutina tenutasi dall’assistente nazionale MSAC, Don Michele Pace, ci siamo recati in plenaria dove abbiamo incontrato l’Onorevole Elena Ferrara, Senatrice della repubblica italiana e promotrice della legge 71/2017 per la tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto di fenomeni di cyberbullismo. La senatrice, fin dall’inizio molto disponibile al dialogo, ci ha raccontato la storia di Carolina Picchio, una ragazza suicidatasi a causa di fenomeni di cyber bullismo. È stato proprio l’atto così radicale della ragazzina a spingere l’onorevole a battersi pur di promuovere la legge 71/2017. Ci ha fatto comprendere come le parole siano più forti delle botte, come la violenza porti i ragazzi a sentirsi inadeguati alla vita e ci ha spiegato cosa fare se ci troviamo ad essere spettatori di un atto di violenza o peggio, vittime di esso.
Dopo pranzo, dopo aver parlato insieme al #caffecolMSAC di cosa ci aiuta a promuovere il MSAC nelle nostre scuole, abbiamo svolto un attivitá di studio di alcuni documenti riguardanti la legge 71/2017 e altri dati riguardanti il bullismo abbiamo condiviso le risposte a diverse domande che ci venivano poste a proposito delle modalità di punizione, alle campagne di sensibilizzazione e alle diverse modalità di denuncia pensate dallo stato e da altri enti.
Siamo msacchini e in quando tali ci sta a cuore ogni singola persona che ci circonda e prima di tutto il suo bene, per questo ci siamo impegnati a fare di più nelle nostre scuole pur di #scatenare_la_nonviolenza.
Infine dopo la preghiera serale e la cena, abbiamo fatto il torneo di calcetto e di pallavolo contro il Settore e ovviamente abbiamo vinto noi. Siamo quindi arrivati, a malincuore, all’ultimo giorno, durante il quale abbiamo vissuto l’ultimo laboratorio e abbiamo assistito alle conclusioni.
Il laboratorio era intitolato “Respira questa libertà… e che settembre ci porti una strana felicità”, a tal proposito ci siamo soffermati su tutte le iniziative che da settembre abbiamo intenzione di svolgere nei nostri circoli Msac diocesani. Quest’attività ci è servita molto, non solo per riflettere su tutto il campo appena vissuto ma soprattutto per prendere spunto dagli altri partecipanti al campo, i quali hanno arricchito, con le loro proposte, maggiormente il nostro bagaglio di campo. Nel secondo momento della giornata ci siamo recati in plenaria insieme al Settore Giovani dove Luisa, Michele, Adelaide e Lorenzo hanno tirato le fila di questo campo.
Come MSAC siamo nelle scuole perché vogliamo aprirci, dunque abbiamo imparato che di fronte agli altri dobbiamo “stare sulla soglia”, attendere senza essere invasivi, dobbiamo avere l’umiltà di non pretendere nulla, dobbiamo invece attendere e ascoltare, perché non possediamo la verità, ma possiamo lasciarci possedere da essa, quando entriamo in classe non abbiamo le risposte a tutto e dunque dobbiamo lasciarci possedere dal bene che vogliamo alla nostra scuola.
Disinstalliamoci e iniziamo a lottare con la capacità di riprogrammare il nostro servizio, essendo consapevoli che dobbiamo preoccuparci dei come e non dei perché, che dobbiamo rinunciare alla perfezione per una realtà che ci interpella ora.
Ma soprattutto con la consapevolezza che i problemi possiamo risolverli insieme, risolvere i problemi insieme vuol dire essere famiglia ed essere famiglia vuol dire essere associazione, perché gli altri ci stanno a cuore.
“L’Azione cattolica è una realtà di persone che si vogliono bene”
Martina De Cicco (Parrocchia S. Michele, Saviano)
Chantal Montagnaro (Parrocchia S.Pietro Apostolo, Scafati)

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