Scuola e simboli religiosi, la riflessione del Msac

Puntualmente, in prossimità delle feste natalizie, si rinnovano le polemiche in merito alla presenza dei presepi, ed in generale dei simboli cristiani, nelle aule scolastiche . Il Msac non può esimersi dall’esprimere un proprio giudizio e la propria linea guida. Si sostiene che l’esposizione di un presepio possa finanche nuocere all’immagine di una perfetta scuola interculturale e fieramente laicale. La laicità della Scuola Italiana è un atto dovuto e doveroso, sia ben chiaro, ma a volte si tende a dimenticare che laicità non è sinonimo di ripudio, negazione dei propri valori, delle proprie tradizioni. Soprattutto, laicità non è sinonimo di neutralità, di un volontario “non schierarsi”. Certamente non è una guerra, ma una presa di coscienza sincera e pragmatica, una scelta di metodo. D’altronde la laicità è metodo, non contenuto. Pensiamo, ad esempio, al preside del bergamasco che, sua sponte, ha “vietato” la sacra rappresentazione, per non offendere alunni di diverse confessioni o non credenti. Sorge spontanea una domanda : studenti e genitori che ne pensano? E soprattutto, può davvero un presepe urtare così violentemente la suscettibilità di genitori e studenti di altre culture? Il problema dell’integrazione culturale non si risolve certo celando i segni della nostra cultura, riducendoli ad eventi della sensibilità privata, mostrandoli di nascosto, ma con il dialogo. Il dialogo è fondamentale per la convivenza responsabile, per la corresponsabilità educativa e culturale. Solo dal dialogo può emergere quel confronto culturale, quella vibrante fratellanza nella diversità, quella integrazione autentica e reciproca che lo stesso presepe comunica. Non dimentichiamoci, inoltre, che verso i nostri studenti, soprattutto a quelli stranieri o di diversa cultura, abbiamo il dovere, non solo didattico, di far conoscere e apprezzare la nostra cultura in tutte le sue molteplici manifestazioni,una cultura di cui saranno un giorno portavoci quegli stessi studenti ai quali oggi abbiamo negato quell’espressione di arte, di amore, di storia che è il presepe. Il presepe, d’altronde, non ricorda semplicemente una delle principali ricorrenze della nostra fede, ma il sorgere della nostra civiltà, della nostra storia tanto è vero che tuttora il nostro calendario parte dal giorno in cui in una grotta venne alla luce Gesù. Negare il presepe, dunque, al di là della libera adesione al cattolicesimo, significa negare un dato storico fondamentale. Il metodo, dunque, promosso dal Msac è questo : il dialogo costante e rinvigorente, a tutela della nostra cultura e della stessa integrazione culturale.

L’équipe Msac della diocesi di Nola

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