Un terreno arduo, ma indispensabile

Ai candidati per le prossime elezioni regionali e comunali

Carissimi amici,

alla vigilia della competizione elettorale del 28-29 marzo, desidero accompagnare con la preghiera la vostra scelta di impegnarvi sul terreno arduo ma indispensabile della politica. Scelta ancora più significativa e apprezzabile in un territorio segnato da profonde e inaccettabili disuguaglianze, contraddizioni, prevaricazioni, violenze, da perpetrati scempi contro l’uomo e contro il creato. Prego perché chi si candida ad essere classe dirigente possa avvertire la responsabilità, in compagnia degli uomini e delle donne di buona volontà, di invertire radicalmente la rotta, e di coinvolgere in un nuovo patto educativo e civile tutte le istituzioni, la Chiesa, le parti sociali, i cittadini.

Poche settimane orsono fa i vescovi italiani hanno presentato il documento “Per un Paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno”. Nel testo si sviluppa una disamina puntuale delle luci e delle ombre del nostro amato Sud. Mi preme, però, sottolineare un aspetto ben preciso evidenziato dal documento: il Meridione è ricco di risorse umane, ambientali, culturali spesso dimenticate, messe in disparte o strumentalizzate, spesso soffocate in modo sistematico da un cancro invisibile cui contribuiscono tanti elementi: la malavita organizzata, la cattiva amministrazione, lo sfaldamento del senso civico dei singoli, l’illegalità diffusa. Ai candidati non chiediamo di farsi carico da soli di questioni tanto pesanti e strutturali, ma di risvegliare concretamente il senso di partecipazione delle comunità, perché insieme si possano dare risposte incisive e profonde.

In particolare, a chi si candida nell’ambito del vasto territorio della diocesi di Nola, o per un incarico regionale o per incarichi comunali, chiediamo di prestare specifica attenzione a questioni molto concrete che da mesi mettono in affanno persone e famiglie. Penso, in primis, allo stato sempre più precario dei servizi sanitari. Scrivo pensando in particolare alle gravi carenze d’organico dell’ospedale di Nola (ma si tratta di un esempio generalizzabile a molte strutture pubbliche del territorio), cui i sacrifici del personale medico e infermieristico non riescono a porre rimedio. Quando si mina il diritto alla salute, carissimi amici, significa che qualcosa si sta deteriorando nella convivenza civile.

L’altra grande sofferenza si chiama lavoro. Non sono in affanno solo le grandi industrie e il relativo indotto, ma anche una serie interminabile di realtà piccole e medie. Tutto sta ricadendo in maniera evidente sui lavoratori. I giovani sono ormai in balia di un precariato selvaggio e senza controllo, e si trovano in condizioni di dover accettare impieghi ben al di sotto dei loro talenti. Moltissimi – spesso i più formati dalle nostre università – stanno partendo per il Nord, ed è triste vedere come tale silenziosa fuga stia avvenendo sotto gli occhi distratti delle istituzioni. È forse il tempo di rimettere mano, insieme, ad un nuovo modello di sviluppo economico, sociale e culturale della nostra regione e dei nostri comuni.

Certo, di molto altro potremmo parlare e discutere, si pensi solo al degrado ambientale e alla necessità di una rinnovata e popolare azione culturale. Tuttavia, avvertiamo l’esigenza di chiedere ai candidati anche un dono diverso, originale: essere promotori di speranza. Speranza non è mero e sciocco ottimismo, è piuttosto contemplare una certezza: se diamo il meglio di noi stessi, se ci impegniamo allo spasimo, se diamo fondo a tutte le nostre energie, se siamo pronti al sacrificio, se restiamo saldi nei principi, bene, il Signore non ci lascerà delusi. E la Chiesa di Nola può e vuole offrire leale collaborazione a chi metterà in cima alle sue priorità il bene comune, mostrando uno stile di gratuità e passione.

“Così facilmente s’acquisterebbe il vivere, se il desio di accumulare denari non impoverisse gli altri”. Con queste parole san Tommaso Moro, patrono degli statisti e dei politici, esprimeva bene il significato più profondo del “bene comune”: a chi e a cosa giova la ricchezza di pochi quando intorno c’è sofferenza, povertà, rassegnazione? Non saremmo tutti più felici se ogni uomo potesse accedere al necessario per una esistenza dignitosa? Vi auguro, cari amici, di promuovere con la vostra passione politica una vita dignitosa per tutti, e di essere consapevoli che garantire una vita dignitosa per tutti significa necessariamente porre freni e argini all’ingordigia di chi guarda sempre e solo al proprio interesse.

Nell’augurarvi ancora “buona fortuna”, esprimo anche il mio augurio di un tempo di Quaresima proficuo, fatto di momenti di silenzio, meditazione, sobrietà e astensione dalle cose non essenziali. Auspico in particolare che la Quaresima inciti tutti ad una campagna elettorale corretta e rispettosa dei concorrenti. Infine, cari amici, sia questo tempo di preparazione alla Pasqua un tempo che ci prepara anche alla resurrezione delle nostre città.

Nola, 10 marzo 2010

Padre Beniamino Depalma

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