Le responsabilità pubbliche dell’AC

Dal 27 al 30 aprile si è svolto, a Roma, il convegno delle presidenze. Qualche impressione … Si, lo so, il titolo del convegno delle presidenze diocesane era diverso: “Le responsabilità pubbliche dell’amore”. Ma dopo un giorno e mezzo di lavori, mentre pensavo a come mediare i contenuti dell’incontro per il nostro sito, ho pensato a questa piccola variazione. Perchè il primo dato che è emerso ai miei occhi è questo: c’è un modo di parlare in Ac, c’è uno stile di approfondimento e apertura che, in sè e per sè, è dono per la società in cui viviamo. Il tema era caldo, caldissimo: matrimonio, famiglia, educazione. Roba da slogan facili, come sempre si usa quando la materia è complessa. Roba che si presta facilmente a quell’assurdo “bipolarismo etico”, da cui ci ha messo in guardia, nella relazione finale, il presidente Luigi Alici. Affrontare questa tematica con lo stile dell’Ac è un dono per chi vuole capirci qualcosa, per chi non vuole adagiarsi su 2-3 frasette ideologiche, per chi sceglie il complesso sentiero della comprensione profonda e del dialogo.
Quando ho pensato a queste cose, ho (ri)pensato al fatto che l’Ac ha realmente delle responsabilità pubbliche. La responsabilità di indicare la strada del confronto, di gettare ponti tra la fede e la vita, la fede e il mondo. La responsabilità di argomentare, argomentare, argomentare… anche e soprattutto quelle verità che si avvertono profondissime nella propria natura di uomo. Il valore dei legami familiari, di scelte affettive forti e stabili, della capacità di far incontrare sentimenti sinceri con una piena maturità umana. Questi sono contenuti che si possono argomentare, che si possono proporre, che non sono vecchi se le persone che le propongono sono evidentemente rinnovate dal viverle.
Non voglio riportarvi frasi di relazioni e interventi. Vi invito invece ad una lettura personale e di gruppo delle relazioni (www.dialoghi.net), in particolare di quella di D’Agostino, che tra l’altro può essere utilissima in preparazione alla festa del 2 giugno. Cito un passaggio che mi ha colpito tanto, ripreso da Benedetto XVI (vado a senso): attraverso il matrimonio due persone si “devono” l’amore che “spontaneamente” si vogliono. L’unione forte tra la libertà dei sentimenti e la scelta razionale e vincolante di essere insieme è un contenuto, a mio parere, bellissimo e profetico.
Il rischio, però, è che l’importante tema affrontato offuschi la parte più “associativa” del convegno. Ovvero: la consegna degli itinerari formativi. Un testo unico (€ 6.50, tra poco consultabile sul sito www.editriceave.it) che raccoglie la proposta formativa di Acr, Giovani e Adulti. Sarà questa la base di partenza delle proposte educative annuali di settori e articolazione. Un testo fondamentale, perchè darà a noi tutti la cornice entro cui scrivere la proposta ai soci, ai simpatizzanti e a coloro che vogliono vivere la ricchezza dei gruppi e dei momenti formativi dell’Ac. Ne parleremo talmente tanto da settembre in poi che vi risparmio … Vi assicuro tuttavia che assumere seriamente questi strumenti ci permetterà di evitare programmazioni “arronzate” e poco aderenti al vissuto delle persone.
Infine, c’è sempre una componente emotiva non indifferente. Vivere un incontro nazionale (tra l’altro dopo la splendida Sfs) è sempre fantastico. Conoscere chi condivide la tua stessa passione è bello, è importante, ti carica. Io, Tina, Mena, Claudio, Rosaria siamo stati bene insieme e abbiamo respirato quella buona aria che speriamo di trasmettervi già dalle feste!!!

Marco Iasevoli