Al convegno di inizio anno associativo dello scorso 2 Ottobre si è respirato aria di quotidianità, nella sua declinazione più laboriosa, sensata e vigile, effettivamente in linea con il titolo della giornata “Per te, qui, ora”.
Una quotidianità laboriosa, perché i valorosi amici – più che ospiti – narratori e protagonisti del proprio agire nel mondo, ci hanno raccontato del loro “Educare”, un impegno calato in contesti diversi, ma accomunato da una personale e collettiva costruzione perseverante.
Sensata, perché vissuta con l’atteggiamento missionario di chi un senso lo trova nel presente e, nel proprio presente, luogo in cui stare con strumenti ed atteggiamenti di prossimità.
Vigile, perché la lettura della realtà – preludio di qualsiasi operato – richiede ascolto, accoglienza e dialogo con la pluralità di esperienze esistenti. In questo senso, la scelta educativa seppur calata nelle ampie realtà delle diverse agenzie formative, si eleva a progetto universale, di cui tutti, ciascuno con le proprie peculiarità, possono esserne artigiani. Occasioni come questa, disappannano le lenti e rivelano tangibilmente che la rete esiste già, tocca allora farne buon uso.
Di Paola e Antonio, fondatori e direttori del polo educativo “La fabbrica del Divertimento”, e di una parte del loro gruppo di educatori e docenti della struttura, porto con me il pungolo allo stile esperienziale, da sempre tanto caro alla nostra Associazione. Pensare e progettare un’esperienza (di gioco, musicale, artistica…) in virtù della trasmissione di un concetto, significa osservare per poter offrire una risposta adeguata, personalizzata. Come dire: “scelgo con cura il modo di pormi alla tua altezza, così da riuscire ad amarti meglio”.
Di Agata, attuale Preside dell’IIS Marconi di Torre Annunziata, ho abbracciato l’attitudine al Protagonismo: non a suon di “faccio tutto io”, ma di quello che non perde mai di vista il “cosa posso fare io”, che conduce – come nel suo caso – anche a rivoluzionare una vita, pensando e realizzando un progetto di lavoro diverso. E’ davvero prezioso questo protagonismo, lo è ancor di più quando non si riduce ad una parentesi di vita, quando non è selettivo ed è frutto di discernimento personale che aborre l’appiattimento e, al contrario, valorizza la propria Umanità. E’ bello sapere che si può fare, che si può riuscire a leggere la propria vita al di là di se stessi, come quell’anello collegato ad una realtà più ampia, predisposta al cambiamento se lo siamo anche noi; è incoraggiante sapere che questo sia possibile e che qualcuno abbia già cominciato.
Di Aldina, delegata regionale Ac della Campania, c’è da accogliere l’invito – mai scontato – al “perseverare nello spendersi”, al dono del proprio tempo come opportunità di formazione reciproca, al dono di quel contributo che nessun’altro porterebbe – allo stesso modo – al posto mio, in quell’ ottica di Unicità che si spende per le moltitudini.
Porto con me la certezza che scegliere – come stile di vita – di far parte di un tassello che si spende a vantaggio del bene comune attraverso l’impegno educativo, significa prendere parte ad un progetto più ampio, in cui non si è soli e non si è i soli.
E’ una gioia raccontare di quanto siano già visibili i frutti più immediati del confronto con tutta questa ricchezza: l’ entusiasmo contagioso, tante consapevolezze rinnovate, il desiderio di fare meglio, di stringersi in legami nuovi e fare di quelli già esistenti un’ esperienza ancora più intensa di vicinanza. Certo è che a sostenere il bagaglio ci vuole coraggio, quello di cui parlava Papa Francesco nel Messaggio per il lancio del patto educativo, al quale è stato fatto, più volte, riferimento : il coraggio di mettere al centro la persona, di investire le migliori energie con creatività e responsabilità, di formare persone disponibili a mettersi al servizio della comunità.
Coraggio, ma anche un atto di fede verso tutti coloro che si spendono per mettere in piedi questo “villaggio dell’educazione”, corredato da uno sguardo descritto – nel suo saluto – dal nostro presidente diocesano Enzo Formisano, come “capace di vedere il bene che opera nella storia attraverso le persone che ci sono affidate, che camminano accanto a noi”.
Paola Sannino, AC “Mosurrò-Gentile”, parrocchia S. Alfonso di Torre Annunziata