Alla fine dello scorso anno ci siamo lasciati con cinque direttive. Le priorità individuate erano la cura dell’associatività, della popolarità, della corresponsabilità, dell’interiorità e la diocesanità. Tutte si possono racchiudere in una necessità sola: la cura della responsabilità.
Responsabilità verso i più poveri: Caro diario. Caro diario è il progetto di sostegno per l’acquisto del corredo scolastico che vede uniti l’Ac e il Msac di Nola e l’Ufficio comunicazioni sociali diocesano. Tutte le quarte domeniche del mese arriveranno in ogni parrocchia 10 copie di Avvenire – messe a disposizione dall’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali, a cui è possibile aggiungerne altre se si vuole – e quanto raccolto durante la vendita sarà utilizzato per l’acquisto del corredo e del materiale scolastico ed educativo per i bambini poveri. E’ un progetto, non un evento, perchè l’attenzione verso gli ultimi deve essere una costante. Non è la soluzione a tutti i problemi (dieci copie di Avvenire al mese non risolvono proprio nulla), ma è un invito a tenere accesa la fiamma dell’attenzione verso gli altri, delle tante povertà che ci circondano a partire da quella che più ci riguarda: l’educazione. Sta alle parrocchie capire come far scattare davvero la “molla” della solidarietà, “Caro diario” è solo un input di avvio.
Responsabilità verso le persone: la formazione degli educatori. Formare gli educatori non è un servizio che facciamo all’associazione o a noi stessi, ma è una responsabilità verso tutti. Crediamo fortemente che la formazione migliore che possiamo fare agli educatori è invitarli ad approfondire la loro dimensione interiore. L’apostolato è interiorità che affiora (Carlo Carretto): è in Gesù che trova risposta la domanda “chi me lo fa fare”. E’ l’interiorità che inquieta e fa desiderare di raggiungere tutti, è l’interiorità che spinge a fare sul serio nella vita, è l’interiorità che spinge a fare sempre meglio l’educatore per provare ad offrire di più agli altri. E’ l’interiorità che fa diventare generosi.
Responsabilità verso tutti: la riflessione sull’inclusione. Se la prima dimensione del “per tutti” è mettersi in discussione per far sì che ognuno possa sentire adatta a sé la proposta dell’Ac, sentiamo necessario iniziare una riflessione sul tema dell’inclusione delle persone con disabilità, che non possono essere considerati solo i fragili, i piccoli, gli emarginati, ma persone protagoniste della loro vita, con un loro ruolo e una loro personalità, che vanno coinvolte nella vita attiva delle associazioni e delle comunità. Quest’anno il Consiglio diocesano inizierà a studiare il tema prevedendo in una seconda fase una riflessione allargata alle parrocchie.
Responsabilità verso l’associazione: la corresponsabilità. Condividere la responsabilità è il più grande servizio che possiamo fare all’associazione perché ha un duplice orizzonte temporale: immediato e futuro. Nell’immediato permette di dividere i pesi e di arricchire la riflessione attraverso il contributo di tutti che possono offrire idee, spunti, sguardi diversi. Nel futuro perché allena le persone alla sinodalità e alla democrazia, oltre a permettere ai più giovani di maturare nell’associatività: l’Ac si impara facendola e vedendola fare, è partecipando alle fasi di pensiero che si capisce perché le cose si fanno nel modo in cu si fanno (che è diverso dal “si è sempre fatto così”). Invitiamo a lavorare sempre più e sempre meglio con i consigli parrocchiali. La corresponsabilità deve essere vera: i giovani non vanno tenuti al guinzaglio, vanno lasciati provare, vanno ascoltati (nel senso che va accolto il loro pensiero) e bisogna accettare che cambino qualcosa, come è logico, naturale e giusto che sia. Lo stile è immutabile, non le proposte; i perchè, non i come. E in quest’ottica va inquadrato il percorso che si avvierà quest’anno con l’Acr mirata alla creazione dell’EDR (Equipe dei Ragazzi).
Responsabilità verso il Paese: l’impegno per il bene comune. Il Vangelo ha una sua ineludibile dimensione sociale. Ciò che come associazione sentiamo di poter e dover fare è formare persone consapevoli del loro essere cittadini e accompagnare nell’interiorità chi decide di impegnarsi in prima persona. Sono queste le motivazioni che ci hanno spinto a calendarizzare la summer school e prevedere un momento di spiritualità per i soci impegnati in politica: approfondire i contenuti e curare l’aspetto vocazionale dell’impegno per il bene comune. E dalla voglia di offrire un’opportunità di servizio in più per il nostro territorio e tutto il Paese è nata la volontà di iscriverci alla Protezione civile regionale. Non possiamo stare con le mani in mano, anche questo ci rende popolari e “per tutti”: perchè tutti possono sentirsi a casa in Ac e perchè vogliamo prenderci cura di tutti.