Cercando una frase che potesse dare da subito il senso del seminario nazionale sugli adolescenti, mi risuonava in mente solo questa: “cantare in corsivo”. La prima che Annamaria Bongio (Responsabile Nazionale dell’Azione Cattolica Ragazzi) ha utilizzato nell’introdurre l’incontro che mi ha visto impegnata con Marianna e Paco nel weekend appena trascorso.
Solo ad oggi googlando ho scoperto che “cantare in corsivo” significa: allungare i suoni vocalici più del necessario.
Come questa definizione nel seminario “Bella Brò!” ce n’erano molte altre: flexa, cringe, crush, boomer, snitch; queste, come grossi cartelloni, troneggiavano sulle nostre teste pronti a sentenziare su ogni gesto, mentre noi millennials cercavamo di comprendere il mondo della pre-adolescenza.
Gli interventi della professoressa Alessandra Augelli e del Professore Zbginiew Formella hanno infiacchito l’aria minacciosa delle definizioni che ci accerchiavano; parlando dei cambiamenti che i pre-adolescenti affrontano nel mondo pandemico hanno cominciato a far luce sulla lunaticità dei nostri acierrini, facendoci capire che troppo spesso a rendere la crescita più difficile è l’adulto stesso. Il Prof. Formella con questa provocazione c’invitava ad essere meno esigenti nei loro confronti e ci spronava ad accompagnarli nel percorso di fede vivendo assieme.
I pre-adolescenti vivono una sana instabilità, affrontano la pubertà, gli sbalzi umorali, la desatellizzazione dal nucleo familiare e la primavera dell’amicizia. Rispondendo alle domande “cosa provo”, “chi sono”, “in cosa credo” affrontano una ricerca in proprio e sperimentano per la prima volta il limite. Dare forma alla propria persona non è un compito semplice è qui che ci si scontra con diversi modi di crescere, di approcciarsi alla realtà e alla fede. Il prof. Formella al tal proposito: “Esiste un’unica Verità ma le strade per trovarla sono diverse”, lasciamo che i nostri giovani percorrano quelle strade senza precocizzare le loro scelte, senza porre divieti, dandogli fiducia. Costruiamo spazi di leggerezza, dove possano esprimere la propria creatività, costruiamo spazi di rielaborazione della realtà valorizzando il singolo e il contatto con ciascuno dove vigano tre regole: congruenza, trasparenza ed autenticità.
I laboratori del tardo pomeriggio hanno compiuto il passo successivo, dalla teoria sia passati alla pratica. Con Matteo Sabato (dell’associazione Ventitrè10) e la banda Rulli Frulli abbiamo sperimentato, coinvolgendoci, come coinvolgerli. Ancora rimbomba nella testa il testo di “Dentro me” (albo illustrato di Alex Cousseau e Kitty Crowther) e il tamburellare delle bacchette sui secchi.
Riposati dalla notte, dalla coinvolgente serata d’animazione e dalla Santa Messa; in tarda mattinata, mettendoci in dialogo con Melania Cimmino e Titti Falcone (Coordinatrici degli itinerari formativi dell’ACr), Lorenzo Zardi (Vicepresidente Nazionale per il Settore Giovani) e Don Michele Birardi (Direttore della Pastorale Giovanile di Bari) abbiamo compreso come essere comunità per farli sentire accompagnati tenendo bene a mente che sono loro a dover essere i protagonisti. A noi spetta il compito di averne cura, di fargli scoprire la bellezza di diventare grandi, di creare momenti di intima e grande serenità, di favorire l’unione di sentimenti positivi e negativi lasciando anche che il risultato non sia sempre positivo, lasciandoli scegliere il proprio nome che possa essere riflesso di un progetto che ancora non intuiscono ma che risplende davanti a loro.
A fine lavori le parole, che ad inizio weekend giganteggiavano su di noi, sono diventate semplici parole. Non avrò mai l’ardire di usarle come sostitutive del mio gergo quotidiano, ma mi sembra di aver accorciato le distanze con questa generazione che pur con tutte le sue complicazioni riesce sempre a stupirci.
Maria Cristina Ludovica Rea