Verso l’Alt(r)o, scendere per risalire: il racconto di Matteo e Valentina

Lo scorso 26 novembre, e per tutto il fine settimana, si sono tenuti, a casa Clero, gli esercizi  spirituali unitari in preparazione all’Avvento, dal titolo “Verso l’alt(r)o, scendere per risalire.

Di seguito vi proponiamo il racconto di Matteo (giovane) e Valentina (adulta) che vi hanno partecipato.

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Una esperienza catartica. Sogno o son desto?

Nell’ultimo week-end di novembre si è svolto, presso il Seminario di Nola, un ritiro spirituale organizzato dall’azione cattolica diocesana di Nola. Ho ricevuto il dono di potervi prendere parte. È stata una esperienza intensa, organizzata nel limite delle opportunità, nel miglior modo possibile. È stata la mia prima volta ed ero terrorizzato, essendo il silenzio una delle mie più grandi paure. Nonostante questo, però, sentivo forte il bisogno, anzi era una voglia irrefrenabile, di staccare dalla vita estremamente frenetica che mi ha visto protagonista nell’ultimo periodo. Quindi, ho deciso di cimentarmi in questa nuovo cammino. Arrivato presso il seminario di Nola,  sono stato subito pervaso da una dualità emotiva: da un lato ero felicissimo di incontrare i miei amici storici dell’associazione e dall’altro stranito dopo aver conosciuto gli altri partecipanti, con cui il divario generazionale non era, certo, trascurabile. Essere circondato da queste persone, però, si è rivelato un punto di forza e una ricca fonte di crescita a cui attingere a piene mani.

Una volta incominciato il silenzio…dopo una delle mitiche tavolate del seminario, il mio viaggio introspettivo ha avuto inizio. Grazie a Don Luigi e allo spirito di San Paolo sono riuscito ad immergermi nella mia anima, a scovare nuovi luoghi, nuovi punti di vista. Mentirei se dicessi di aver trovato delle risposte, anzi, il mio cuore e la mia mente sono stati tempestati di domande. Ciò che ho capito, però, è che l’approccio ai miei quesiti e alla mia vita deve cercare, nei limiti del mio esser uomo, di emulare la forza e la determinazione di San Paolo. Cioè, porre al centro delle mie azioni l’amore in Cristo e l’amore per Cristo. Snocciolando i diversi aspetti della lettera scritta da Paolo ai Filippesi, con i giusti spunti di riflessione, sono riuscito a trovare in quell’opprimente silenzio una serenità  nuova, una tranquillità che ha raggiunto l’apoteosi nel momento di adorazione tenutosi la notte fra il sabato e la domenica. In tutto quel silenzio, nei pranzi e nelle cene abbondanti, nei libri universitari aperti prima di abbandonarmi al sonno e nei miei pensieri assordanti, però, c’erano gli sguardi dei miei compagni e compagne di cammino che mi davano forza e energia per sconfiggere la mia paura.

Così, come un piano scordato ed un po’ malandato sono riuscito a comporre la colonna sonora perfetta per questo viaggio. Tutto, anche grazie alle mani di Davide, storico amico conosciuto in associazione e con cui condivido una bellissima parte della mia vita.

La bellezza di questa esperienza sta nel paradosso secondo cui, nonostante la mia mente fosse molto più pesante per il gravità dei pensieri, la mia anima ha varcato le soglie del seminario con una leggerezza sconvolgente che trovava compimento in un enorme sorriso. Quella leggerezza con cui Paolo, nonostante le catene, riusciva ad amare, quella leggerezza con cui Paolo urlava il Verbo di Cristo per le strade. Porterò, inevitabilmente, la bellezza di questa esperienza nel mio cuore e nella mia vita anche perché, come ha detto Nicola, uno degli educatori che ci ha seguiti e ha organizzato questo splendido percorso, i frutti di quei giorni si sarebbero raccolti anche in quelli successivi. Ed è proprio così: sto assaporando e metabolizzando un po’ alla volta tutte le emozioni provate durante il ritiro e ringrazio dal profondo del cuore il Signore e l’Azione Cattolica per tutto ciò.

Matteo Tafuro (parrocchia Maria SS della Stella, Nola)

 

Il mio percorso di fede è cominciato con un appuntamento fisso: la Messa la domenica mattina. Ad un certo punto però l’Eucarestia, la parola, la confessione non mi bastavano perché sentivo che c’era dell’ altro che mi stavo perdendo. Infatti mi stavo perdendo tutto! Ho voluto fare l’esperienza degli Esercizi Spirituali prima di sapere di cosa si trattasse o come funzionassero perché è nata dentro di me una forte fame della vita, di DIO del suo amore, una voglia di conoscerlo a fondo. Così senza troppe aspettative ne esperienze mi sono affidata alle persone lì presenti.

Confesso che nonostante non conoscessi nessuno non mi sono sentita fuori luogo come potrebbe capitare in altre circostanze ma soprattutto in mezzo al silenzio senza rivolgere molte parole con il/la vicino/a a pranzo o a cena, senza conoscere i nomi di tutti o le età o qualsiasi altra informazione, ho provato e provo stima per tutti. Ma com’è possibile provare stima per una persona se non sai se si comporta bene, se da la precedenza ai pedoni sulle strisce pedonali, se non butta carte a terra? Eppure durante le lodi sentivo affetto per tutti loro. Sapevo che li avrei ritrovati in aula per la catechesi, che poi saremmo andati insieme a pranzo e poi avremmo fatto i vespri e infine la compieta. Nel silenzio eravamo sempre insieme ed eravamo lì per la stessa persona.

Sembra un paradosso ma nel silenzio io ho sperimentato il “fare comunità”. Abbiamo ascoltato le stesse parole, letto le stesse preghiere e nel silenzio cercavamo di dare una risposta alle stesse domande.

Durante gli esercizi Don Luigi ci ha presentato San Paolo apostolo attraverso la Lettera ai Filippesi che abbiamo letto, approfondito e cercato di coglierne il vero senso. Perché questa lettera ? Perché in questa lettera, cito testualmente Don Luigi, “La conformità a Gesù fino alla morte è la fonte della gioia di Paolo”.  Questa frase mi ha colpito particolarmente, racchiude in breve la vita di San Paolo e della sua missione. Poi Don Luigi ci ha fornito alcuni spunti di riflessione. Sembrava sempre andare con il dito sulla ferita fresca ma tutto questo riflettere mi ha portato a chiedermi: “E tu che vuoi fare ? lo vuoi seguire fino in fondo a tutti i costi nel bene e nel male o no ? ”.

San Paolo lo ammette proprio in questa lettera, che non è perfetto, che ha commesso degli errori ma che pure sceglie Nostro Signore tutti i giorni in ogni suo gesto. È questo un grande esempio per tutti noi e per quanto mi riguarda ringrazio Don Luigi per il suo dono, gli educatori per averci guidato e l’Azione Cattolica che organizza tutto questo.

Valentina Romano (Parrocchia Maria SS. del Rosario, Pomigliano d’Arco)

 

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