“La nostra strada verso il Cielo”: il racconto di Sabatina e Alfonso

Di seguito i racconti di Sabatina e Alfonso che hanno partecipato al campo scuola Giovanissimi, tenutosi a Campitello Matese dal 25 al 28 Luglio.

Prima di iniziare a raccontare tutto quello che noi giovanissimi abbiamo fatto durante questo campo-scuola 2019, mi presento. Io sono Tina e fino a qualche anno fa avevo solo sentito dire da altri di quanto fantastico fosse il campo giovanissimi e di quanto ti riuscisse a coinvolgere, ma quest’anno l’ho vissuto e proprio per questo ho deciso di condividere questa mia esperienza con voi o con te che stai leggendo. Il tema di quest’anno è stato “LA SANTITA’- in viaggio con i santi della porta accanto“: capire che essere santi non significa essere super eroi con poteri straordinari e  comprendere che si può essere santi anche oggi, nella nostra era, nei nostri giorni e nei nostri luoghi. I santi, infatti, non sono solo quelle persone che riescono a distaccarsi dalle occupazioni ordinarie e a dedicare tutto il loro tempo alla preghiera (come molto spesso ed erroneamente immaginiamo) ma uomini e donne che vivono pienamente la vita con gioia contagiosa e amore e offrono a ciascuno la loro testimonianza. “Tutti nel nostro piccolo possiamo essere santi”, sembra incredibile, eppure i nostri educatori (durante le ore di laboratorio) sono stati abili e pazienti nel farcelo capire, raccontandoci le storie di ragazzi come noi, Carlo Acutis (15 anni) e Matteo Farina (19 anni), i quali grazie alle loro parole e soprattutto alle loro opere, sono riusciti nella loro breve vita a lanciare un messaggio di fede e perseveranza a tutti gli uomini e le donne di questo mondo.

C’è stato il tempo dei laboratori, durante i quali ognuno di noi poteva condividere con gli altri la propria opinione,confrontarsi con quella altrui e magari trarne anche delle conclusioni e c’è stato il tempo della preghiera e della meditazione, durante il quale abbiamo sempre potuto contare sulla presenza del nostro caro Don Luigi e che ci ha saputo guidare in questo profondo cammino spirituale costituito dalle lodi mattutine, dalla compietà di fine giornata, momenti che hanno raggiunto il loro apice durante il secondo giorno. Infatti, dopo aver letteralmente scalato una montagna per essere circondati dalla natura, ognuno di noi giovanissimi munito di Bibbia, libretto e telo si è concesso del tempo per pregare in silenzio e mettersi in relazione con Dio, per vivere come suo Figlio l’esperienza del deserto. Nonostante la fatica e l’affanno affrontati durante quella “scalata” e le numerose volte in cui proseguivo senza però sapere quanta strada mi separava dalla meta, posso dire che alla fine ne è valsa la pena.

C’è stato, infine, un ultimo tempo, quello che azzarderei dire “ha occupato la maggior parte delle nostre giornate” e cioè quello del DIVERTIMENTO. Chi mai si potrà scordare della fantastica “Edicola Franco” che (come dice la sua stessa sigla) “è sempre al tuo fianco“? Come dimenticare la “Rubrica Spotted“? Lì ci si poteva scrivere tutto ciò che ti passava per la testa su chiunque,anche in forma anonima. Potevi fare delle battute su un membro dell’equipe giovani, dedicare un pensiero romantico a qualcuno o (come è successo proprio quest’anno) dichiararti apertamente alla tua dolce metà, rivelandole tutto ciò che provavi per lei. In una parola “PAZZESKA“, come una delle nostre care giovanissime ha scritto scherzosamente. Eravamo irrefrenabili anche quando si doveva mangiare!

“Buon appetito ragazzi, buon appetito ragazzi, se non avete capito, buon appetito, buon appetito ragazzi”,queste sono le parole che molto probabilmente a furia di urlare ad ogni pranzo e cena, avranno imparato anche i camerieri e i cuochi dell’hotel!

La sera poi, Dio solo sa cosa accadeva realmente in quella tavernetta. Tra i canti a squarciagola degli inni “Una vita in AC” e “Volevi solo il CAMPO” (ispirate rispettivamente a “Una vita in vacanza” de Lo Stato Sociale e “Soldi” di Mhamood), i balli di Just Dance mentre cercavi disperatamente di essere cordinato/a, le attività di gruppo che si concludevano sempre con delle grandi risate (che finivano con il coinvolgere anche i più svogliati o timidi, puntualmente stesi su dei divanetti rossi per evitare di ballare), l’ineguagliabile “puntata” di Uomini & Donne (compresa di tronisti, pubblico e candidati) organizzata l’ultima sera, conclusasi in quegli abbracci che volevamo non finissero mai, c’è chi si è sentito come a casa per aver riincontrato un vecchio amico, chi aveva realizzato che cosa s’era perso ogni volta che aveva rinunciato a partecipare al campo e chi, come me e come tanti, pensava a godersi quegli istanti di spensieratezza e gioia pura , sperando allo stesso tempo di poterli vivere una volta ancora.

Sabatina Napolitano, parrocchia S.Marina (Avella)

 

Giovedì, 25 luglio, erano circa le 15.30 quando è cominciata la mia strada verso il cielo, carico a molla e pieno di aspettative. Arriviamo a Campitello, la voglia di conoscere persone nuove era tanta e fremevo di scoprire ciò che ci aspettava. Il campo è iniziato da subito, appena arrivati in albergo ci siamo ritrovati in assemblea e ci è stato presentato il tema del campo: la Santità. Chiunque pensa che un Santo sia una persona impeccabile e scoprire che magari potrei essere santo anche io, beh…wow. Il secondo giorno sì è parlato di “preghiera” ma quella vera però, non il semplice ripetersi di una formula, ma la ricerca di una relazione con Dio. Il pomeriggio poi c’è stato uno dei momenti che mi hanno segnato di più: il deserto. Dopo aver fatto una piccola scalata e il pranzo in alta quota, abbiamo avuto del tempo per riflettere con delle meditazioni su alcuni brani biblici ed è stata una cosa indimenticabile: un silenzio surreale in un’ambientazione fantastica, immersi nella natura, un’esperienza da fare ancora, ancora e ancora. La sera dello stesso giorno abbiamo fatto la veglia di preghiera (che doveva essere sotto le stelle, ma purtroppo il tempo ci è stato un po’ avverso…) e alla fine di questa il caro Don Luigi, che ci ha accompagnato in maniera meravigliosa in questi giorni (come anche gli educatori) ci ha fatto notare una cosa: una sedia, sì una semplice sedia vuota però rivolta verso di noi affianco al corpo di Gesù eucarestia… ho ancora i brividi a pensarci… perché era proprio lì con noi, Cristo era seduto davvero in mezzo a noi… non potrò mai dimenticare. Il terzo giorno ha avuto come tema fondamentale la testimonianza, un laboratorio lunghissimo oggettivamente, nel quale è subentrato anche il rapporto con la scuola da parte di noi ragazzi, ma forse troppo breve. Di questo laboratorio mi ha colpito una frase di Domenico, l’educatore che era con noi, ha detto che noi cristiani non andiamo casa per casa ma cuore per cuore, e allora parliamo al cuore delle persone. L’ultimo giorno di laboratorio si è parlato di condivisione e per avvicinarci al tema gli educatori hanno usato il mondo dei social, geniali… come in tutto il percorso del resto… veramente mitici. Dopo il laboratorio c’è stata la messa e poi purtroppo i saluti prima di partire. Durante tutto il campo siamo stati accompagnati da figure che avevano vissuto la loro, purtroppo, breve vita secondo il Vangelo… ragazzi come me… leggendo la loro biografia e acquisendo informazioni sulle loro opere, ha fatto in modo che potessi impegnarmi ancora di più su ciò che c’è da fare, seguendo l’esempio di questi Grandi ragazzi: Carlo Acutis, Matteo Farina e Piergiorgio Frassati. Beh che dire… non sarei tornato così presto, è stata un esperienza paurosamente bella nella quale la mia mente si è mossa e si è posta domande a cui proverò a dare risposte con il tempo e con la riflessione… ho lasciato il campo più attento alla quotidianità, più sereno e leggero. Il campo l’ho vissuto, anagraficamente, come il più grande avendo ormai 19 anni, però me ne vado con la sicurezza che non si finisce mai di crescere e che anche persone più piccole possono arricchirti e insegnarti grandi cose. Ringrazio tutti e posso affermare che mi sono fatto prendere dell’AC che ho visto in questi giorni, adesso ne sono “dipendente” e non vedo l’ora che vengano altre esperienze così a riempirmi la Vita!

Alfonso Piacente, parrocchia  Santa Maria di Costantinopoli (Somma Vesuviana)

 

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