“Take care” – la bella esperienza vissuta da Serafina nella nostra amata Albania

 

Per questa esperienza sono partita senza troppe pretese e con una grande voglia di vivermela a pieno. Il tema scelto e pensato nei mesi prima della partenza da noi partecipanti per quest’anno è stato “Take Care” che , tradotto, vuol dire “prendersi cura”. Ed è proprio quello che è successo: abbiamo cercato di prenderci cura di tutte le persone che abbiamo incrociato in questi tredici giorni appena passati. Grazie alle suore che operano nei villaggi di Rragam e Sheldi e al parroco don Gjovalin abbiamo compreso a fondo la realtà in cui abbiamo prestato servizio e in qualche modo anche noi ci siamo sentiti oggetto e non solo soggetto di quel famoso “Take Care”. L’accoglienza che abbiamo ricevuto da chi ha poco di materiale ma un grande amore da condividere è stato meraviglioso e ci siamo subito sentiti a casa. Venti ragazzi diversi tra di loro, con le loro preoccupazioni e paure sono riusciti a mettersi in gioco e donare se stessi, nonostante tutti i limiti.
La nostra giornata tipo era così scandita: sveglia (molto presto), messa (talvolta in albanese insieme alla comunità) e poi le attività e i giochi al mattino con i bambini e i ragazzi, di sera con i giovanissimi e i giovani, il tutto condito dagli oneri necessari per la convivenza in gruppo (cucina, pulizie, ecc.).
Tante le emozioni che abbiamo vissuto in questi giorni, quelle stesse emozioni trattate anche durante il campo Acr di mattina: tristezza, meraviglia, rabbia, paura e gioia. Quella predominante è stata senza dubbio la gioia, che si rifletteva nei loro volti tutti i giorni e di riflesso anche nei nostri.
Ai giovani abbiamo provato a lasciare la voglia di saper custodire, prendersi cura di se stessi, dell’ambiente, della famiglia, del prossimo e di Dio.

Sono stati giorni faticosi ma ben ripagati dai volti felici dei bambini e dei ragazzi.

Grazie Albania per la tua storia, per i meravigliosi paesaggi, per i sorrisi, gli scherzi, gli abbracci, per i momenti di condivisione, per i silenzi, i momenti di preghiera e grazie a Don Gennaro che è stato da guida e si è preso cura di noi, grazie per tutto.
L’ Albania è un’opportunità per mettersi in gioco e coltivare sempre di più la relazione con Dio.
Grazie a questa esperienza che mi ha dato tanto, ricomincio la mia vita con occhi diversi.
Arrivederci Albania, a presto!

Serafina Franzese, parrocchia Maria SS. della Stella, Nola

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