Un unico orizzonte

bandiere

La conversione missionaria cui Papa Francesco ci sta “costringendo” non può escludere l’Azione cattolica e, in generale, il laicato organizzato. Anzi. Guai a pensare che il Papa parli “solo” alle gerarchie ecclesiastiche, “solo” ai sacerdoti e ai religiosi. I laici credenti sono dentro a tutte le sfide indicate dal Santo Padre: ritrovare le motivazioni spirituali del servizio alla Chiesa; restituire ai poveri il posto d’onore nelle nostre comunità; andare in cerca degli altri, e non aspettarli (invano) in sacrestia; leggere i tempi ed essere creativi (e flessibili) nelle proposte formative; dare al nostro agire il respiro del “bene comune”, e non dell’”interesse particolare”; restituire dignità al tempo dello studio, della famiglia e del lavoro; liberarsi dagli orpelli delle forme e dai pesi falsificatori del potere (di ogni tipo di potere).

L’Ac diocesana inizia ilo nuovo triennio consapevole che in questo tempo “o si è coraggiosi, o si è inutilmente tiepidi”. Negli ultimi anni l’associazione ha registrato un ampio consenso presso le comunità parrocchiali, tanti laici hanno deciso di darsi una forma associata per sostenere meglio la pastorale locale. La presidenza diocesana uscente ha dedicato a questo lavoro di “promozione e sostegno” le sue migliori energie, coniugando questo sforzo con iniziative formative di alta qualità e di forte rilievo pubblico.

La nuova presidenza si inserisce in questo solco mettendo a fuoco cinque priorità. La prima: ciascuna associazione parrocchiale, in particolare nuova o fragile, deve ricevere dal centro diocesano un sostegno ordinario, costante, qualificato, attraverso una rete di “tutor” esperti nella formazione e capaci di relazioni umane significative. Una particolare dedizione è necessaria per i giovani, affinché non vengano assorbiti dal “servizio” e ricevano, nelle forme possibili, la proposta di un cammino di fede personale e di gruppo significativo. La seconda: il desiderio della presidenza diocesana è che l’Ac “serva” anche le comunità parrocchiali in cui l’associazione non esiste, mettendo a disposizione la sua tradizione formativa e la sua esperienza educativa. La terza: recuperare nella vita delle comunità un’ampia fascia di giovani coppie e adulti under 40 che hanno bisogno, per le specificità delle loro condizioni di vita, di proposte agili e significative. La quarta: promuovere una nuova presenza dei laici nella vita dei quartieri e delle città, valorizzare l’altissima dignità della vocazione alla politica. La quinta: la disponibilità dell’associazione a collaborare nell’ambito della pastorale diocesana e con le altre aggregazioni laicali non solo per sentirci emotivamente “più famiglia”, ma anche per agire insieme, concretamente, sui fronti che ci vedono, come Chiesa, in ritardo o in affanno.

Il grande entusiasmo registrato durante l’Assemblea diocesana ha avuto un’eco fortissima nei primi incontri del Consiglio e della Presidenza diocesana. L’esercizio democratico, come al solito, ha fatto bene all’associazione, l’ha fatta crescere in maturità e unità. L’esito più importante è l’assoluta convergenza di tutte le persone chiamate al servizio diocesano sulla direzione di marcia da assumere: c’è un unico verso, un’unica strada da percorrere, quella che accorcia le distanze tra vita della diocesi e vita delle parrocchie. In questo senso, ci sentiamo dunque pienamente corresponsabili del cammino sinodale (comunionale) intrapreso dalla Chiesa di Nola. Forti del sostegno di padre Beniamino, sostegno che il vescovo assicura con stile paterno all’intero laicato organizzato della diocesi, intendiamo contribuire con entusiasmo, passione e volontà ad una pastorale più

legata alle esigenze concrete delle persone, più snella, più creativa, più ordinaria. Il terreno e il tempo sono fertili, ne siamo certi.

Marco Iasevoli

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