Ripartire Dal Concilio

Come si può attuare l’apostolato laicale nel Ventunesimo secolo? Questa la domanda che ha fatto da filo conduttore nel week end di formazione responsabili di AC svoltosi a Visciano lo scorso 5 e 6 Novembre. Ripartire dal Concilio, fissare lo sguardo a quell’esperienza di fede e di comunione universale che come dice il beato Giovanni Paolo II rappresenta la “bussola” della quale servirsi per vivere nella Chiesa e per la Chiesa. Sotto la guida di don Franco Iannone, docente di teologia presso  l’ ISSR di Nola, i responsabili di AC hanno potuto ripercorrere la storia del Concilio Ecumenico Vaticano II, partendo dalla profonda innovazione da esso apportata nella Chiesa alla luce dei precedenti Concili e in risposta alla Riforma protestante. Dopo una prima lezione storica, l’attenzione si è spostata sulle fasi conciliari e sui documenti  emanati nei quattro anni che hanno interessato il lavoro dei Padri del Concilio provenienti da diverse parti del mondo. Scopo del Concilio è essenzialmente quello di rispolverare e dare nuova luce a una Chiesa ormai svigorita e per certi aspetti troppo “obsoleta” per i tempi che correvano. Si sentiva il bisogno di promuovere l’incremento della fede, il rinnovamento dei costumi e l’aggiornamento della disciplina ecclesiastica in quanto negli ultimi cinquant’anni  erano avvenute profonde trasformazioni sociali e politiche; erano maturati nuovi e gravi problemi, che esigevano una risposta cristiana. Il Concilio è stata l’ennesima manifestazione di Dio nella Sua Chiesa; Lui solo l’ispiratore che in Giovanni XXIII trovò il terreno fertile per innestare il seme del ringiovanimento e dell’apertura, dell’ecumenismo appunto. Oggetto dei gruppi di studio è stata la costituzione Lumen Gentium, che interessa principalmente la vita laicale. Sintesi di questa prima tappa di formazione diocesana è la necessità di un laicato colto e pronto ad affrontare le sfide che la società presenta, un laicato che si faccia specchio di quella nuova configurazione che la Chiesa ha assunto per se stessa e per il mondo. “Il Concilio è finito ma non è concluso”, queste le parole di don Franco che risuonano come un mandato per coloro che come me hanno avuto la possibilità e la gioia di approfondire questi argomenti in vista dell’ “Anno della Fede” indetto da papa Benedetto e del 50° dell’apertura del Concilio. All’Azione Cattolica il compito di far sentire l’eco di un evento lontano cinquant’anni ma che oggi è caratterizzante per la vita di un cristiano. Questo è solo l’inizio di un percorso di formazione che ha come tema il Concilio Vaticano II; i responsabili di AC sentono forte il bisogno di formarsi per essere degni del loro servizio nella Chiesa. La sfida che investe ogni laico impegnato è la richiesta di una testimonianza coraggiosa e fondata su una forte esperienza di fede. L’auspicio è quello di raccogliere in futuro i frutti di un evento che ha segnato la storia.

Di Michele Romano

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