Quanta Grazia!!!
È la cosa che continuo a ripetermi da quando sono tornata e che forse ho già scritto su qualche muro virtuale …
Tutto ciò che ho vissuto in questi giorni, infatti, lo considero un dono ricevuto dall’Alto, da Chi ha voluto, che insieme ad un quotidiano vissuto in AC, in parrocchia e in diocesi, potessi vivere anche questa esperienza: la XIII Assemblea Nazionale.
Dal 1 al 4 maggio, 800 delegati provenienti da tutta Italia si sono ritrovati a Roma per rappresentare le proprie diocesi all’Assemblea. Inutile dirvi che il compito affidatoci era davvero arduo: sì, perché, a volte, la nostra scelta democratica richiede fatica, impegno e soprattutto responsabilità. Ingredienti che hanno caratterizzato la partecipazione di ciascuno nello studio del documento assemblare, nella scelta e nella votazione degli emendamenti e nell’elezione del nuovo Consiglio Nazionale.
Gli impegni di questi giorni si sono alternati a momenti di profonda riflessione. Penso alle celebrazioni presiedute da S.E. Mons. Betori e S.E. Mons. Sigalini, alla relazione del nostro Presidente Alici che ha caratterizzato l’inizio di questa assemblea. Il giorno dopo (il secondo sulla tabella di marcia) è la volta della presentazione della bozza del documento assembleare e del dibattito: anche i diversi interventi fatti in quell’occasione lasciavano spazio a varie considerazioni, compresi quelli un po’ fuori luogo (“tesseriamoci ogni tre anni!”, ha detto qualcuno) che, quanto meno, mettevano alla prova identità e fedeltà associativa. È toccato anche al nostro candidato nazionale che ci ha dato la possibilità di riflettere nuovamente sui giovani di AC.
E poi, il momento degli auguri! Venerdi 2 maggio! Buon compleanno Azione Cattolica! Un attimo di festa, di applausi e poi di nuovo a lavoro. Il pomeriggio continua più ricco che mai! Ci aspetta lo studio della bozza, l’elaborazione degli emendamenti e l’elezione.
I lavori di studio si svolgono attraverso una divisione per gruppi per aree tematiche in cui è stato suddiviso il documento: a) impegno a suscitare percorsi di ricerca e riscoperta della fede; b) impegno a far crescere e maturare la fede; c) impegno per la promozione del bene comune; d) cura della formazione; e) cura del legame associativo. Da buoni delegati, i nolani si sono divisi cercando di essere presenti in ogni ambito dove è stato fatto un lavoro davvero minuzioso prima nel cercare di leggere approfonditamente la bozza e poi nel cercare eventuali proposte modificative, integrative o sostitutive dei diversi punti che la componevano. Un lavoro lungo anche perché le diverse esperienze associative di ciascuno portavano a proposte di emendamento a volte molto simili altre volte del tutto diverse. Ma alla fine si fa comunione di tutto. 73 sono stati gli emendamenti proposti all’assemblea e non è bastata una serata (abbiamo fatto le ore piccole!) per approvarli tutti.
Ma venerdì pomeriggio è stato anche il giorno delle fatidiche votazioni. Nola impegnata ed emozionata per una candidatura che ci stava davvero a cuore (lasciatemelo dire…a me un po’ di più!). Tutto è stato organizzato e si è svolto nella massima serietà, meglio delle “civili” elezioni dei sindaci a cui siamo abituati. Emozionante è stato leggere le candidature di coloro che si sono resi disponibili a questo servizio: tante vite impegnate in AC!
Le prime indiscrezioni ufficiali sono arrivate, quasi come un dolce ricatto a restare e a non lasciarsi stancare dagli emendamenti, all’1.30 dell’ormai sabato 3. La conferma: un altro nolano in consiglio! Che dire, orgoglio a tutta forza, ma anche gioia e paura per una responsabilità che va sostenuta ad ogni livello! Lo sa bene il nostro Franco che finora ci ha ben rappresentati in Consiglio Nazionale.
Arriva sabato. La relazione conclusiva del nostro Alici emoziona ancor di più perché di un Presidente uscente che non rinnova il suo mandato: a lui applausi e Grazie da parte di tutti!
E poi il saluto più gioioso, quello dell’Acr, che con il suo SuPerStradaConTe ha fatto sciogliere anche i più impettiti! Un Acr che ha condiviso con i grandi tutti i momenti e che davvero ci dà il senso di una responsabilità che comincia fin da piccoli. Grazie anche a loro!
E poi la proclamazione degli eletti! Il consiglio è formato, i nomi e i volti cominceremo ad impararli prestissimo. Meritano la nostra preghiera perché i “SI” detti con tanta gratuità vanno sostenuti in questo modo!
Un pomeriggio di riposo ce lo siamo meritati, ma l’eccitazione per quello che c’era stato e per ciò che ci aspettava non ci ha dato modo di chiudere occhio! Pronti per quella splendida veglia della sera a Santa Croce, di quella fiaccolata mozzafiato che ci ha portati fino a San Giovanni. Senza parole e solo con un nodo in gola abbiamo cercato gli sguardi di chi già ci attendeva in piazza, di chi ha anticipato il suo viaggio per essere insieme anche quella sera. Siamo entrati come dei privilegiati (o almeno era così che mi sentivo) ma è stato subito chiaro che gli altri ci aspettavano con affetto: eravamo i loro delegati, quindi niente sensi di colpa ma solo orgoglio di ritrovare tanta comprensione e profonda condivisione.
Il ritorno in albergo è significato fare subito i bagagli e andar a letto presto. Ma cosa volete, io non sono riuscita a dormire neanche questa volta! Il cuore batteva a mille ma non stavo correndo! Pensavo ai nostri pullman che di lì a poco avrebbero cominciato il viaggio. Speravo che andasse tutto bene e che la mattina in piazza potesse essere un’emozione per tutti. Alle sei finalmente in piedi: era il 4 MAGGIO! Non vedevamo l’ora che arrivasse!
Una colazione veloce e poi tutti in Piazza San Pietro. Per me e Marco l’ultimo dilemma da delegati: settore rosa diocesano o rosso delegati? Ebbene, rosa diocesano mille volte! Ma il dovere chiamava! Il caso non esiste, mi hanno insegnato all’acr, e quindi devo per forza dire che Qualcuno ha deciso per noi: avevamo pensato di aspettare l’arrivo dei nostri e poi raggiungere gli altri delegati. Ma le vicissitudini, che ormai hanno fatto il giro della diocesi, ci hanno costretto, mio “non” malgrado, a stare lì con voi! Che ansia a non vedervi arrivare, che stress abbiamo messo a molti di voi che ricevevano le nostre telefonate in cui vi chiedevamo di correre, correre e correre come dipendesse solo da voi! Che gioia nel vedere le prime facce paesane! Che gioia nel vedere i “miei paccianesi”! Intanto il 4 maggio era già iniziato, ci accingevamo a viverlo fino in fondo. Con la forza del passato ed il coraggio del futuro, tutti là per una celebrazione eucaristica che ci ha visti “cenacolo a cielo aperto” (bravi soci!) e per il Papa, che ora possiamo confermare “nostro” BXI, che ci ha mostrato l’affetto per questa associazione vecchia ma giovane allo stesso tempo, con un compito affidatoci di essere sempre quell’AC di cui la Chiesa ha bisogno, sull’esempio di tutti i santi e venerabili, ma anche di vite, che pur non avendo avuto riconoscimenti ufficiali, sono esempio di una santità ordinaria che deve convincerci che tutto è possibile, che anche noi, perché chiamati alla santità, dobbiamo dire “Ecco il nostro si!”.
In Azione Cattolica il fare si mischia continuamente all’essere; ed è proprio in base a questa regola che, più volte, mentre vivevo tutti i momenti dell’assemblea, mi sorprendevo emozionata al semplice pensiero di essere lì, di averne avuto la possibilità, e di rappresentare (senza meriti!) tutti i nolani. Spessisimo mi sono trovata a ripercorrere tutto il mio trascorso in AC: il primo giorno in quel gruppo Acr, gli educatori che mi hanno insegnato l’amore per quest’associazione e tutti i volti che oggi mi danno il vero significato dell’AC. Insomma, i miei pensieri passavano da un luogo all’altro della mente e del cuore dove l’Ac ha trovato e trova ancora grandi spazi e non riuscivo a capacitarmi di come da semplice “paccianese” mi ritrovavo immersa nell’assemblea nazionale a dare il mio piccolo contributo all’AC del nuovo triennio. Incredibile!
Alla fine di questa esperienza voglio ringraziare Claudia, Lello, Angela, Giovanni, Armando, Irene ed Elena perchè con loro, come membri di una sola famiglia, ho condiviso con pienezza ogni momento. Grazie a Pina e Franco perché per me sono sempre esempio a cui guardare, come soci e come coppia impegnata in associazione. E un grazie a Marco. Per quanto mi sforzi di sottolineare che in AC ci sono entrata per mia scelta, è lui a trascinarmi sempre più a fondo in questa esperienza, è lui che mi ha insegnato l’importanza delle relazioni autentiche che sono il vero motore di un’AC forte e vitale; è grazie a lui che, attraverso le tante esperienze vissute insieme, posso dire che l’AC è davvero strumento per vivere la fede e per sentirsi matite nelle mani di Dio.
Buon dopo 4 maggio a tutti!
Paola Iasevoli