Il momento della costanza – Comunicazioni della presidenza per la Fase 2

Tu dimmi quando, quando
Dove sono i tuoi occhi e la tua bocca
Forse in Africa che importa
Tu dimmi quando, quando
Dove sono le tue mani ed il tuo naso
Verso un giorno disperato
Ed io ho sete
Ho sete ancora, ho sete ancora
Tu dimmi quando, quando
Non guardarmi adesso amore
Sono stanco
Perché penso al futuro
Tu dimmi quando, quando
Siamo angeli che cercano un sorriso
Non nascondere il tuo viso
Perché ho sete, ho sete ancora, ho sete ancora…

Cantava così qualche anno fa Pino Daniele. “Dimmi quando quando” è un po’ il leit motiv di questi giorni.
Tutti iniziamo a sentire la stanchezza per questa lunghissima quarantena.

“Non guardarmi adesso amore/Sono stanco/Perché penso al futuro”
Quando finirà? In cosa consisterà la fase 2 e come funzionerà? Torneremo alla vita di sempre? Ha senso ed è sufficiente quello che stiamo facendo?
Sono anche le nostre domande: quando abbiamo iniziato le nostre attività 2.0 avevamo messo in conto che il protrarsi della quarantena e lo svanire dell’effetto novità che genera entusiasmo avrebbero avuto un impatto sulla nostra tenuta personale.

“Siamo angeli che cercano un sorriso…”
E’ il motivo per cui abbiamo pensato a degli auguri di Pasqua un po’ strampalati e tutti giocati sull’effetto simpatia; per cui lo scorso fine settimana abbiamo proposto la novità della formazione responsabili che ha dato a tutti un respiro più ampio e il conforto di salutare tanti amici; per cui questo week end vivremo una via Lucis per rilanciare la speranza e ricordarci che la Resurrezione porta luce nelle nostre vite.

“Non nascondere il tuo viso/ Perché ho sete, ho sete ancora, ho sete ancora..”
Siamo fermamente convinti che la fedeltà e l’ordinarietà abbiano un valore, in questo periodo di stanchezza più che mai. Non è testardaggine o cecità. Crediamo che se ciò che ci manca la normalità, allora proprio la costanza può essere una piccola e parziale risposta. Se ci sembra di perdere l’equilibrio, allora poggiare i piedi in modo più stabile, restando ancorati all’essenziale è ciò che può aiutarci.

E’ la fatica di tirare la carretta tanto cara a Bachelet, l’impegno costante e caparbio anche quando è un po’ monotono, ma che è necessario perchè la vita non è solo fuochi d’artificio e i risultati si ottengono anche con l’impegno del giorno dopo giorno.
Non nascondiamo agli altri il nostro viso, non smettiamo di porgere loro bicchieri d’acqua. Anche se quella da offrire è semplice acqua e non bevande o aperitivi. Arriverà il tempo dello champagne.

Vi invitiamo, perciò, di continuare a tener duro, di custodire gli altri, di moltiplicare le telefonate e gli inviti a non mollare proprio ora che, quando pare essere vicini al traguardo, le forze sembrano affievolirsi perchè ci si volta e si vede che è stata percorsa tanta strada. Invitiamo a perseguire la strada di una ordinarietà “flessibile” perchè attenta ai tempi e alle necessità di tutti. Non abbiate paura di pensare, di sperimentare, di ideare se c’è bisogno di rilanciare l’entusiasmo. O di rallentare il passo se occorre ascoltare, attendere qualcuno che si attarda, confortare.

E vi invitiamo a perseverare sempre più nella carità e nella solidarietà: la prima fase di emergenza caritativa ha visto una risposta incredibile che ha aiutato tante persone ad andare avanti. Però, purtroppo, i problemi per tante famiglie – troppe – non sono finiti e non finiranno domani. Sono i nostri vicini, i compagni di scuola dei nostri figli e fratelli, sono persone insospettabili che si sentono soffocati non dalla polmonite, ma dalla mancanza per troppo tempo del lavoro. Non dimentichiamoci di loro ora che si sono spenti i riflettori della emotività. Anche la solidarietà è fatta di carrette da tirare giorno dopo giorno, anche e soprattutto quando l’attenzione di tutti è passata altrove.

E guardando al futuro immediato in tanti ci state chiedendo, giustamente, cosa sarà delle feste diocesane e dei campi estivi.

In questi giorni ci siamo confrontati come Presidenza e con il Consiglio diocesano e abbiamo ritenuto opportuno prendere queste decisioni.

  • Le feste come immaginate, non è possibile farle. Nei prossimi giorni vi comunicheremo come provare a viverle on line. E l’anno prossimo soffieremo 101 candeline
  • Abbiamo deciso di rinviare già ora il campo unitario alla prossima estate, anche nell’eventualità che nuove norme lo permettessero. E’ una decisione sofferta, ma che riteniamo necessaria per questioni di responsabilità.
  • Riteniamo che presumibilmente a luglio sarà possibile, con tutte le precauzioni (distanza minima e mascherina) vedersi in piccoli gruppi. Qualora fosse così, il Settore giovani predisporrà la proposta di un campo giovanissimi e uno giovani da vivere a livello parrocchiale. Lo renderemo disponibile ad inizio giugno. Il senso, oltre allo stare insieme, è quello di provare a riprendere i gruppi.
  • Come appuntamenti estivi, se possibili dal punto di vista di legge, vivremo delle giornate o dei week end di formazione per responsabili ed educatori Acr, del Settore giovani e adulti. Vi daremo ulteriori indicazioni appena sarà chiaro il quadro normativo perchè, così come fatto sin dal primo giorno, ci lasciamo sempre guidare dal rispetto delle norme e dal buonsenso.
  • Valuteremo un’esperienza di servizio territoriale per i giovani: abbiamo delle idee, ma rimandiamo la sua definizione a quando sarà tutto più chiaro dal punto di vista normativo e delle necessità.
  • Sempre se le norme e il buonsenso lo permetteranno i presidenti vivranno un momento (probabilmente replicato per contenere i numeri) di riflessione e confronto a giugno.

Insomma, questa estate la immaginiamo come una sorta di ritiro precampionato in vista del prossimo anno associativo.

E il tour decanale?

Il tour ripartirà a settembre/ottobre rivisto con qualche appuntamento in più. Difficilmente, infatti, sarà possibile organizzare il convegno educatori così come siamo abituati (parliamo – anche se vissuti a livello zonale – di appuntamenti con 150 e più persone: è la gioia e il problema di essere un’associazione bella e numerosa) e, quindi, pensiamo che la proposta di un incontro decanale o cittadino sia più gestibile. Ma, naturalmente, valuteremo sempre in base alle norme e alle disposizioni di legge.

Tutte queste valutazioni, naturalmente, valgono immaginando che lo scenario sarà quello più presumibile: una ripresa graduale, per fasi, con un periodo di convivenza con il virus in attesa del vaccino. Qualora il quadro cambiasse (domani il caldo debella il virus, oppure si scopre il vaccino e dopodomani si inizia una campagna vaccinale, con il ritorno – insomma – in estate ad una normalità piena per cui gli assembramenti sono possibili e siamo tutti più tranquilli) saremo ben felici di rivedere i piani e fare feste, festicciole, incontri, tour, abbracciarci e prendere (altri) 15 kg per festeggiare insieme. Speriamo nel segreto che sia così, ma intanto ci sembra giusto iniziare a tratteggiare una strada che segua il percorso più probabile.

Grazie per quello che avete fatto, che fate e che farete.

Un abbraccio grande

La presidenza diocesana.

2 commenti su “Il momento della costanza – Comunicazioni della presidenza per la Fase 2”

Lascia un commento