Nadia e Vincenzo ci raccontano la loro esperienza vissuta al Modulo Nazionale del Settore adulti

Tante le cose che si potrebbero dire sul Modulo Formativo del Settore adulti dedicato alla riflessione associativa sulla famiglia.
Ma un po’ la necessità di lasciar sedimentare e di approfondire gli spunti e gli stimoli offerti, un po’ i tempi stretti per l’invio del racconto (e noi che pensavamo quando eravamo giovani che gli adulti avessero tempi biblici!), proviamo a sintetizzare il senso di questi giorni dedicati alla “Famiglia in tutti i sensi”. Sono stati giorni intensi in cui…

Abbiamo ascoltato e ci siamo ridetti – naturalmente – i perchè e i come di una necessità, quella di un cambio di passo in relazione alle famiglie. Un cambio di approccio concentrandosi sui processi da generare oltre che sui contenuti, un approccio che veda tutta l’associazione prendersi cura delle famiglie (e non più solo l’Acr), un approccio che guardi alle famiglie non più come una serie di cose da organizzare ma come uno spazio reale di missione, come la risposta associativa alla cultura dell’individualismo. Ciò avendo cura di tutte le attenzioni specifiche e necessarie, ma ricordando che il tenere insieme è la ricchezza più grande del Settore adulti, perché il tutto è superiore alla parte. Le famiglie, quindi, dentro: dentro la vita dell’associazione, dentro la Chiesa, dentro i cammini ordinari, dentro la realtà. Perchè è l’Ac che deve tenere il passo delle famiglie, andando loro incontro, trovando anche nuovi spazi e tempi e non viceversa.

Abbiamo sentito il profumo della nostra associazione e della Chiesa: la vivacità e la profondità delle riflessioni, la freschezza dei sorrisi e la voglia sia di chi è ai primi anni nel settore e di chi fa da memoria storica. La voglia di mettersi insieme e di pensare, di verificare quanto si sta facendo per restare sintonizzati con il mondo, il coraggio di provare ad immaginare strade per raggiungere un orizzonte chiaro all’interno di una realtà che ci interpella. Il tutto partendo da ciò che esiste, non avendo timore di entrarci pienamente in contatto per preservare una sorta di idealità, a diventare davvero e con fiducia, ospedale da campo.

Abbiamo visto una terra meravigliosa fatta di mare, sole e vento. Una terra che nascondeva dietro ogni curva una sorpresa, i cui colori forti e decisi danno gioia al cuore: una terra fatta dell’azzurro infinito del cielo e del mare, della concretezza terrestre dell’ocra e del verde. Una terra fatta di contaminazioni, punta più ad est dell’Italia, ponte verso l’Oriente: una caratteristica che è stata dono e croce, fonte di ricchezza e dolore, tanto stimolo di vivacità ed apertura culturale quanto invito per invasioni ed attacchi. Una terra selvaggia, in cui si percepisce ad ogni passo la forza e la dignità di chi la abita come ben dimostrato dalla testimonianza dei martiri laici di Otranto che hanno fatto da “sottofondo spirituale” di quei giorni.

Abbiamo gustato la bellezza delle relazioni, dello scambio di esperienze, ma anche della conoscenza personale, delle passeggiate e dei semplici sorrisi scambiati nei corridoi. In particolare abbiamo gustato l’ospitalità degli idruntini: un popolo gioviale, disponibile e discreto. E soprattutto un popolo di cuochi e pasticcieri: dai pasti preparati dalla struttura alla cena solidale del sabato sera, dagli immancabili pasticciotti ai sospiretti e leccornie varie che non sono mai mancate. Complimenti all’ organizzazione. “Complimenti” (dolciari) per tutti. E un paio di kg abbondanti in più per noi.

Abbiamo toccato davvero con mano la bellezza che può donare l’Ac alle famiglie. Abbiamo, infatti, partecipato al Modulo in duplice veste: come “campisti” e come genitori essendo accompagnati dalle nostre due figlie Marta (quattro anni tra un mese) e Viola (di due anni e mezzo), due piccoline che generalmente non danno confidenza, che sono (o fanno) le timide e tendono ad nascondersi dietro mamma e papà. Eppure dal primo minuto hanno percepito il clima familiare e di casa dell’Azione cattolica e, nonostante non conoscessero nessuno, hanno giocato, parlato e scherzato con tutti senza mai tirarsi indietro e stupendoci per la naturalezza con cui hanno vissuto questo week end. Ne approfittiamo per ringraziare la splendida equipe Acr della diocesi di Otranto che si è dedicata ai bambini presenti permettendoci di prendere parte ai momenti di lavoro.

Ed in fondo che ognuno possa sempre sentirsi a casa in Ac vivendola come un luogo familiare, così come è stato per Marta e Viola, è l’augurio che faremo sempre a tutti e a tutte le famiglie: che ognuno, nella sua diversità ed unicità, anche chi la incontra per caso e un po’ di striscio, possa sentirsi da subito e per sempre in un luogo accogliente, fra amici. Un augurio agli altri e un impegno per noi. Perché l’essere realtà di persone che si vogliono bene è ciò che ci rende #intuttiisensi ciò che siamo.

Nadia ed Enzo Formisano, membri di equipe diocesana Settore adulti (Parrocchia San Francesco D’Assisi, “Rosettina Campana” ,Pomigliano d’Arco)

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