“Partecipazione”, una parola ricorrente in Azione Cattolica che, durante l’ultimo November Fest , è stata protagonista sotto una luce diversa: l’esempio dei giovani del ’68, anno cruciale della storia mondiale, nazionale, ma anche della nostra Chiesa cattolica e conseguentemente della nostra amata AC.
La partecipazione per una vita attiva, il costruire i propri ideali e il saper lottare per essi, sono stati i temi centrali che ci sono stati presentati sin dall’ingresso nella grande e accogliente parrocchia di Santa Maria delle Vergini di Scafati, comunità ospitante di quest’anno, con la simpatica messa in scena di un ideale dibattito fra personaggi appartenenti alla realtà del ’68 e personaggi del presente: Vittorio Bachelet, l’attuale presidente di Ac Matteo Truffelli, John Lennon e altri, interpretati dai membri delle équipes Giovani e Msac. Il confronto tra presente e anni sessanta, ripreso poi nei vari laboratori della giornata, è stato propedeutico a lanciare ai giovani presenti – appartenenti alla cosiddetta generazione post-millennials accusata di ignavia, mancanza di interesse nel culturale e nel sociale e negligenza nelle idee – un messaggio importantissimo: solo con sogni e ideali è possibile la costruzione, nel presente, di un futuro. Inoltre, durante il pomeriggio, abbiamo riflettuto sul valore dell’apprendimento scolastico, visto oggi quasi come un obbligo limitante la libertà, attraverso il racconto dell’esperienza di Don Lorenzo Milani e i ragazzi di Barbiana. Essi consideravano la propria condizione di studenti un privilegio prezioso ed un’occasione unica per la crescita collettiva, attraverso la condivisione delle conoscenze di ciascuno. Tante le domande che ci siamo posti e gli stimoli alla riflessione. Quale futuro sogniamo? Cosa vale più di tutto per noi?
Iniziative come questa sono fondamentali, se non per il perseguire, almeno per il costruire una “retta via” per le nuove generazioni che rischiano di vivere una vita “sanza infamia e sanza lode”. Ma se gli ignavi danteschi avevano scelto di vivere senza prendere posizioni, forse i giovani d’oggi non hanno colpe delle loro mancanze, risultato di un processo storico che è andato ben oltre il passaggio dal massimo idealismo sessantottino al disimpegno degli anni ottanta. Oggi ognuno è chiamato a fare la sua parte.
Emanuele Perrella, 18 anni
Parrocchia Mss del Carmine, Nola