Owls – L’esperienza di Pasquale al campo internazionale

Incontro giovani AC di Europa – Mediterraneo

Il Progetto OWLS (Opportunities + Willingness + Learning = Success) è il risultato di un rapporto costruito tra l’Azione Cattolica a Malta, in Italia e Romania, con l’aiuto del FIAC (Forum Internazionale Azione Cattolica) e di Erasmus+. È grazie a progetti come questi che giovani provenienti da diversi paesi hanno l’opportunità di incontrare e rafforzare queste reti all’interno dell’Azione Cattolica. Questo progetto aiuta a condividere esperienze, sfide e successi che i giovani di ogni paese affrontano e consente loro di aiutare e imparare gli uni dagli altri.

Così mi sono ritrovato a Grottaferrata (Roma) dal 7 al 13 agosto 2018. Il progetto e il campo non erano limitati solo ai tre paesi annunciati inizialmente, ma ha visto la partecipazione di bene 10 paesi: Malta, Romania, Italia, Georgia, Ucraina, Moldova, Bulgaria, Polonia, Albania, Spagna.

Il tema del campo “Verso tutti, senza eccezione. Il contributo dei giovani di AC nelle comunità locali” esprime chiaramente quali siano stati i punti e gli obiettivi che hanno scandito le giornate di laboratori, confronti e condivisioni:

  • mantenere un collegamento “ordinario” tra i giovani di AC dei vari paesi;
  • favorire la partecipazione dei giovani di AC a momenti della Chiesa universale e continentale.

Partendo dall’acronimo del campo OWLS vi racconterò le mie risonanze di questa esperienza.

Opportunità: incontrare giovani di AC provenienti da tutta Europa è stato qualcosa di straordinario. Confrontarsi con diversi stili di AC oltre i confini italiani è stata un’opportunità unica e costruttiva per il mio percorso. Non è scontato istaurare legami con persone di altre culture con modi di vivere differenti. È stato un tempo per raccontarsi senza alcuni tipo di barriere e formalità, sin dal primo giorno.

Volontà: willingness letteralmente significa “buona volontà”, ciò che ti spinge a fare meglio. Partendo dal tema del campo ci siamo soffermati sui concetti di volontariato e volontari. Oltre a raccontarsi personalmente nelle condivisioni, tipiche di AC, con proprie foto, ogni campista ha spiegato la propria idea di “volontario” in 10 parole.  Ad esempio: comunità, gioia, prendersi cura, essere empatici, coraggio. Fare questo tipo di esperienza con l’AC, totalmente in lingua inglese, venendo da un’esperienza personale di accademy durante l’anno, mi ha fatto riflettere su come ci sono degli incastri che rendono la vita qualcosa di straordinario.

Formazione: ho capito che la formazione non riguardava solo chi guidava i gruppi, ma soprattutto si esprimeva attraverso la testimonianza dei ragazzi delle varie nazioni che poi mi hanno permesso di continuare a tessere i legami oltre il campo. Mi sono reso conto della grande famiglia che è l’AC anche fuori i confini italiani e di una testimonianza di vita e di fede che va oltre i paletti che decidiamo di mettere nel nostro quotidiano. Il tutto condito da esperienze forti come la messa in lingua inglese animata ogni volta a turno da una nazione diversa o con rito greco-bizantino.  Ho scoperto e vissuto in quei giorni la diversità come comunione e le distanze che si dimezzano senza particolari complicazioni, allo stesso tempo mi sono reso conto che la distanza da altre culture deve essere rispettata.

Successo: non inteso “fare soldi”, essere famosi, ma sentirsi realizzato in quello che si fa, trovare il proprio posto nel mondo come volontario. Donarsi per l’altro incondizionatamente. Ovviamente per quanto mi riguarda è anche portare la testimonianza di AC come stile di vita. Al di là del servizio che si fa (AC, Croce Rossa, Caritas, ecc) non ti puoi togliere il segno indelebile che ti lascia l’associazione che vivi.

Conoscere i vari modi di vivere l’AC in altri paesi mi ha fatto capire, sia quanto importanti siano lo stile di vita e gli insegnamenti dell’Azione Cattolica Italiana, sia come ci siano anche altri punti di visti e modi di vivere l’AC. C’è chi cura di più qualcosa in particolare come la preghiera, chi si sofferma sulla formazione, chi predilige prendersi cura dell’altro.

Da questa esperienza oltre i confini, mi porto a casa sicuramente nuove relazioni, amicizie nazionali e internazionali. Storie di vita e fede che si intrecciano. La gioia di vivere le proprie relazioni.

Torno ricaricato e rigenerato. Paradossalmente ho imparato a non guardare lontano, ma a vivere l’immediato, la mia realtà più vicina, chi mi sta accanto, senza dare per scontato nulla; a non vivere con troppa leggerezza e sufficienza.

Proverò ad essere testimone, ogni giorno, di una fede che dà l’opportunità di non sottovalutare le storie di ognuno, ma di vivere la diversità come scoperta e ricchezza. Donarsi e aprirsi senza riserve e senza pregiudizi, che possono condizionare e offuscare, vivendo a pieno i doni che l’altro porta con sé.

(Spisto Pasquale, membro equipe giovani diocesana, parrocchia Maria Ss. della Libera – San Vitaliano)

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