L’acqua, la spada e la stella…

Luigi ci racconta l’ascesa sulla “cima Frassati” della Campania insieme a Raffaele, Giovanni e tanti giovani di Ac della regione.
“L’acqua, la spada e la stella…
…è il titolo scelto quest’anno per il 21° Sentiero Frassati della Campania tenutosi l’8 e il 9 luglio scorsi a Sala Consilina. Nella cittadina del fertile Vallo di Diano, 60 giovani provenienti da tutta la regione (3 dalla nostra diocesi) sono stati accolti calorosamente dalla diocesi di Teggiano-Policastro e dal suo Vescovo, dalla presidente dell’AC diocesana Olga Manolio e della delegazione della regione Campania.
‘L’acqua, la spada e la stella’, simbolismo spaziale e temporale rappresentativo sia delle tappe dell’ascesa – 13 km di percorso distribuiti su circa 1000m di dislivello – sia del rapporto tra passato, presente e futuro.
L’acqua… e la partenza a pomeriggio inoltrato, dal battistero paleocristiano di San Giovanni in Fonte, l’unico ad essere stato impiantato direttamente su una sorgente, dove i partecipanti hanno potuto fare memoria del proprio battesimo accompagnati dalle riflessioni del Vescovo di Teggiano-Policastro, mons. Antonio De Luca. ‘La fede datami dal Battesimo mi suggerisce con voce sicura: da te solo non farai nulla, ma se Dio avrai per centro di ogni tua azione allora arriverai fino alla fine’. Caricati dalle parole del beato Pier Giorgio Frassati, e seguendo le indicazioni delle guide CAI, è stata raggiunta la tappa intermedia: il Santuario di San Michele (la spada, il combattimento). Dopo la tanto agognata cena (primo momento di convivialità), la catechesi di don Elia Guercio (parroco delle chiese di S. Pietro e S. Stefano di Sala), il momento di preghiera comunitaria e il riposo del guerriero nei sacchi a pelo o in giacigli di fortuna all’interno dei locali del Santuario.
Il giorno dopo, di buon mattino, la Santa Messa celebrata da don Vincenzo Gallo (parroco della chiesa di San Marco a San Marco di Teggiano e assistente generale di Ac della diocesi di Teggiano-Policastro), poi la partenza per raggiungere la ‘stella’: la cappella della Madonna di Sito Alto a 1467 metri. Riposati e rifocillati, i ragazzi hanno affrontato l’ultima ascesa, e tra canzoni amene e goliardate il gruppo si è allungato; la fatica ha dettato ad ognuno il proprio passo e a ciascuno il proprio momento di deserto. Risuonano nella mente le parole della ‘canzone di Frassati’ (www.youtube.com/AFNI9VIXhUc)  ascoltata la sera prima: ‘Sei qui perché? Voluto da chi?… troppo facile sarebbe se l’uomo fosse fatto per volare invece, forse è vero che sei fatto per scalare’. È salendo con fatica, un passo alla volta, che si fanno i conti con i propri desideri, che si entra in relazione con se stessi, che si incontra Dio.
E all’improvviso… la cima. Poco prima di raggiungerla non si può fare a meno di fermarsi e guardarla… e poi proseguire, ma senza fretta. Lì il dolcissimo incontro con il custode (zio) Giorgio “Giorgino” Garone il quale ha dedicato la sua vita accogliere i pellegrini in visita alla cappella. Poi il pranzo tutti insieme dove si è riso, mangiato, bevuto, scambiato contatti, guardati negli occhi sapendo di aver camminato sugli stessi passi, condiviso la stessa fatica.E infine scendere; ma sempre con la sensazione di camminare, un passo alla volta, ‘verso l’Alto’.
Luigi Marino

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