Domenica 29 novembre, prima della tradizionale celebrazione eucaristica durante la quale il vescovo ha consegnato le tessere ai presidenti parrocchiali, abbiamo vissuto, insieme alle altre aggregazioni laicali della diocesi (Rinnovamento nello Spirito, Cammino neocatecumenale, Comunione e Liberazione, Movimento dei Focolari, Ordine francescano secolare), un bel momento formativo con Franco Miano e Pina De Simone, che hanno partecipato al recente Sinodo dei vescovi sulla famiglia in qualità di “esperti” invitati da Papa Francesco. Per non disperdere i contenuti di questo ricco pomeriggio, e diffonderne i frutti, facciamo una breve sintesi.
Miano. Franco ha puntato molto il suo intervento sul tema della sinodalità, ovvero sullo stile del lavorare insieme. “Non c’erano testi già pronti, nulla era stato scritto prima. Tutto ciò che ne è venuto fuori, è stato frutto dello Spirito e di questa intensa esperienza di ascolto reciproco”. Franco ha sottolineato bene come l’ascolto sia una “predisposizione interiore, una disciplina del cuore” dalla quale nascono frutti nuovi e inattesi. Il Sinodo “visto da dentro”, ha continuato, è molto diverso dal Sinodo raccontato dai media. “La rappresentazione giornalistica è parziale perché assolutizza le singole questioni senza guardare all’insieme delle proposte e dell’esperienza. La Chiesa vuole stare accanto a tutte le famiglie. E decisiva è stata la passione di papa Francesco”. Ci sono stati toni e contenuti diversi, molte differenze di approccio tra i padri sinodali, è vero. Così come ci sono stati “elementi di disturbo” ai lavori del Sinodo, come le esternazioni di mons. Charamsa e le notizie sulla smentita malattia di Papa Francesco. Ed è altrettanto vero che alcuni temi hanno diviso più di altri, come quello della comunione ai divorziati risposati. Ma questo non ha impedito al Sinodo di esprimere la sua grande forza: il Sinodo, cioè, è un momento in cui la Chiesa è allo stesso tempo maestra e discepola, portatrice di una tradizione ma anche in continuo discernimento sulla vita del mondo. Molto importante il richiamo di Franco al Concilio Vaticano II: “I Sinodi sono un frutto del Concilio. E’ da leggere il discorso di Francesco del 17 ottobre, in occasione del 50esimo anniversario dell’istituzione del Sinodo. Dice il Papa: ‘Proprio il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio'”. La questione della sinodalità, conclude Franco, “riguarda ciascun battezzato. Anche il gregge ha un proprio fiuto per discernere le questioni della Chiesa, lo spiegano bene i documenti del Concilio Vaticano II. Questo accompagna e non toglie nulla al magistero dei vescovi. Tutto il popolo di Dio deve essere soggetto attivo dell’evangelizzazione”.
De Simone. L’intervento di Pina è stato caratterizzato da una espressione, “sguardo nuovo”. “La dottrina non è cambiata, non è che da domani prendere la comunione sarà come andare al supermercato, chi dice questo banalizza, la misericordia non si acquista a buon mercato. Ciò che è cambiato è lo sguardo sulla vita, sulla realtà, sulle persone. Uno sguardo benevolo, in cui prevale il desiderio di trarre fuori il bene che c’è in ogni situazione. Noi non siamo chiamati a giudicare, ma ad accogliere e fare in modo che le persone si mettano in cammino per capire, andare sino in fondo nella coscienza di sé”. Pina è stata inoltre molto forte nel chiedere alla Chiesa di essere davvero “formato famiglia”, il che vuol dire imparare a vivere con i ritmi, i tempi, le esigenze delle famiglie. “La nostra pastorale è troppo settorializzata, si guarda all’individuo senza cogliere la rete di relazioni che questa persona porta con sé. Così non ci si accorge, anche nella Chiesa, di chi assiste persone disabili e anziane, di chi ha problemi di lavoro, di chi vive difficoltà”. La cura a questo distacco tra la vita delle parrocchie e la vita delle famiglie è nel discernimento comunitario, e nello stile per prendersi cura, dei gesti di attenzione e ascolto. Pina ha inoltre avuto premura nello spiegare come l’intera relazione posta nelle mani del Papa parta da una visione positiva delle domande, dalla bellezza della famiglia e non dalle sue difficoltà storiche. E che tale approccio positivo è presente in tutti i paragrafi, anche quelli più complessi e controversi. Pina è andata anche oltre, spiegando come al Sinodo c’era in gioco qualcosa di ulteriore:”In gioco non c’era solo la famiglia o la comunione ai divorziati risposati. In gioco c’era il modo di intendere la Chiesa, il rapporto tra Chiesa e mondo, il modo con cui intendere l’annuncio della dottrina”. Pina ha rimarcato come faccia male, poi, quello “scetticismo” tipico di chi guarda le cose con disincanto e distacco. Come tanti sacerdoti, studiosi e teologi che, concluso il Sinodo, hanno commentato: “Tutto qui?”. Come fosse poco questo sforzo di sinodalità. Come fosse poco questo tentativo di azzardare uno “sguardo nuovo”. “La Chiesa sta riscoprendo il primato della vita. La famiglia è la sfida di Dio, così un padre sinodale ha detto in Assemblea. Il fatto che ci continui ad essere famiglia, e non solo belle famiglie ma anche nuclei difficili, proprio questo vuol dire che il bene è più grande, che il desiderio di comunione nessuno ce lo può strappare dal cuore”.
Padre Beniamino. Nel concludere i lavori, padre Beniamino ha definito la famiglia “un miracolo della fantasia di Dio”. Ha sottolineato l’urgenza del prendersi cura, della cura verso le persone, e ha concluso con un sogno: quello di presbiteri che attingono alla ricchezza delle famiglie per capire la vita reale, e di famiglie che si lasciano sostenere dai presbiteri per aprirsi alla presenza dell’Altro. Inoltre, ha offerto un criterio importante al discernimento sui casi più difficili di vita familiare: il “primato della coscienza”. “L’impegno dei preti e dei vescovi è la formazione di una coscienza retta e matura. L’ultima parola è data alla coscienza”.
Sia Franco, sia Pina sia padre Beniamino hanno sottolineato la grande opportunità che ha la diocesi di Nola, abbiamo la possibilità di vivere il nostro Sinodo diocesano contemporaneamente a questo grande tempo di discernimento ecclesiale.
In sintesi, ci restano alcune parole-chiave: accoglienza, ascolto, misericordia non per “svendere” la Grazia ma perché Essa davvero possa agire nella vita di ogni uomo. Cura delle fragilità e delle fatiche, immersione nel quotidiano delle famiglie, delle case, dei condomini. Valorizzazione dell’enorme bellezza della famiglia cristiana, di cui oggi ancora tanti danno testimonianza. Una pastorale della prossimità che va molto oltre la divisione in aree, ambiti, settori eccetera.
Prima del momento formativo, abbiamo visto un video intitolato “Immersi nel cambiamento”, finalizzato a leggere in modo unitario questo momento di grande fermento della Chiesa tra Sinodo per la famiglia, Convegno ecclesiale di Firenze e Giubileo della misericordia. Lo potete vedere su youtube cliccando qui.
DOCUMENTI DA LEGGERE:
La relazione finale consegnata a Papa Francesco
Commemorazione del 50esimo anniversario dall’istituzione del Sinodo
Discorso del Santo Padre a conclusione dell’Assemblea sinodale