27 Luglio: suona la sveglia, mi alzo .. In realtà sono già sveglia da un po’! La notte prima del campo ACR è sempre così: i pensieri si affollano nella mente: Come saranno i ragazzi? Sarò capace di gestire ogni situazione? Avrò preso tutto?
Sulla scrivania l’elenco delle ultime cose, una sfogliata veloce alla presentazione del primo giorno … ormai ci siamo: siamo pronti! Si parte!
Mena metti da parte la tua vita perché è il momento di dedicarti mente, corpo e anima agli altri … e così i cinque giorni di campo volano. Ritorno a casa il 31 luglio, con 10 ore di sonno in tutto e con la gioia di ogni incontro vissuto.
Ma questa non è l’ultima fermata del mio viaggio estivo … Eh no! Il treno riparte dopo un giorno esatto (o forse meno).
Elena e Salvatore sono sotto casa mia alle 15.00 del 1 agosto: prossima destinazione è Assisi!
Potrebbe sembrare una pazzia che nel tempo del riposo, una persona scelga di non fermarsi neanche un attimo: l’AC è anche questo, ma paradossalmente, in quel non fermarsi, non perdere il treno … c’è tutto il senso del mio viaggio!
I sei giorni di campo nazionale mi danno l’opportunità di fermarmi pur rimanendo in cammino e quelli di quest’anno sono stati un’occasione di grande crescita.
“Siate misericordiosi come il Padre”: tema scelto non a caso, ma come possibilità di riflessione in preparazione al Giubileo straordinario sulla misericordia indetto da Papa Francesco per il prossimo anno.
Durante l’anno sono chiamata a formare, ma in me resta sempre vivo il desiderio di continuare a crescere nella fede come persona. Il campo nazionale, ogni anno, è un momento in cui non solo tiro le somme (parziali) della mia vita, ma ritorno all’essenziale, riscopro quella spiritualità che dà ragione al mio fare; “mi penso”; e pensandomi, porto con me tutte le persone che incontro durante l’anno; mi confronto con chi condivide una scelta di vita come la mia; progetto per il nuovo anno lasciandomi guidare da chi ha più esperienza di me (mi riferisco agli amici del centro nazionale); mi ricarico e scopro di non essere sola a procedere sul treno del servizio.
Il campo è occasione di apertura verso orizzonti che superano i miei e stimolo per poterne scoprire di nuovi da raggiungere.
La contemplazione del creato in un luogo in cui “anche le pietre parlano di Santità” mi ha fatto riscoprire perdonata da un Padre che ama senza condizioni e, allo stesso tempo mi sono sentita chiamata ad andare, ad incontrare l’altro per “passare il dono ricevuto”.
E’ questo l’impegno per l’anno a venire: alzarsi ed andare in fretta verso l’altro; così come Maria ha fatto con Elisabetta.
E i bambini che ci sono stati affidati? Loro sono i passeggeri speciali di un treno che “viaggia verso Te”.
Dopo l’esperienza “ricostituente” del campo, io sono pronta per cominciare un nuovo anno “tutto da scoprire”, con una valigia carica dell’essenziale: l’abbraccio di Dio Padre che nel cammino non mi lascerà sola …
E allora, che il viaggio abbia inizio!! Anzi … che il treno proceda per il suo viaggio verso nuove, meravigliose, mete!
Mena Beneduce,
responsabile diocesana Acr