C’è ancora qualche giorno per iscriversi ai campi scuola diocesani. E sono legittime alcune domande: cosa si fa? Di cosa si parla? Ecco le risposte campo per campo… Con una premessa generale: i campi scuola sono, insieme agli Esercizi spirituali, la più importante opportunità formativa che l’Ac offre a soci e simpatizzanti per maturare nella cura del proprio rapporto con Dio, nella cura di sè, dell’altro, della città, della Chiesa, dell’associazione.
Il campo Adulti si intitolerà “Laudato si’ – Niente di questo mondo ci risulta indifferente”, e si propone una prima lettura della nuova Enciclica di Papa Francesco (Maiori, 24-26 luglio, 130 euro)
L’ultima enciclica di Papa Francesco sarà al centro dei pomeriggi di meditazione previsti per il campo vacanza del settore adulti che si svolgerà a Maiori dal 24 al 26 luglio 2015. Una riflessione guidata dall’assistente di settore, don Aniello Tortora, cui faranno però da pendant momenti laboratoriali su territorio, Chiesa e famiglia il cui obiettivo sarà quello di rispondere ad alcune domande suggerite dall’enciclica a partire da tre atteggiamenti che, nella prassi sociale, sarebbe cosa buona che i cattolici assumessero: vedere, giudicare, agire. Ma non finisce qui.
Al termine del piccolo viaggio in compagnia di Papa Francesco, i partecipanti, sulla base delle risposte che, insieme, tenteranno di dare alle domande, stileranno un documento da consegnare al settore adulti diocesano per il prossimo anno e che vuole guardare lontano: ad ottobre infatti, la Chiesa di Nola, celebrerà l’apertura dell’anno sinodale; il sinodo sarà punto di riferimento anche per la riflessione di Maiori e il documento finale sarà un impegno per il settore adulti a farsi “sentinella” del sinodo quando, al termine del 2016, le indicazioni episcopali finali saranno consegnate alle singole comunità parrocchiali.
Dal punto di vista organizzativo, l’arrivo a Maiori è previsto per 16:00 di venerdì 24. Dopo la sistemazione nelle camere ci sarà la presentazione del campo e l’inizio delle attività. In serata, dopo cena, si svolgerà una veglia di preghiera in spiaggia. Sabato 25, dopo la messa e la colazione, tutti in spiaggia! Alle 16:00 poi, secondo momento di attività fino all’ora di cena. Quindi tutti a Minori per un dolce assaggio! Domenica 26, dopo le lodi e la spiaggia, Santa Messa. Quindi pranzo e ritorno a casa!
ps: prevista animazione per i bambini
Il campo ACR ha come titolo “…Di tutti i colori. Con Noè dal diluvio all’arcobaleno” (Pontecagnano, 27-31 luglio, 125 euro)
Durante i cinque giorni di campo i ragazzi saranno accompagnati dalla figura di Noè, uomo giusto e silenzioso che si è sempre affidato a Dio durante il corso della sua vita.
Attraverso laboratori e giochi, i ragazzi saranno invitati a riflettere su alcuni contenuti di fede perseguendo gli obiettivi seguenti:
– giorno 1: il ragazzo scopre di essere parte di una lunga storia che accomuna l’umanità intera e conosce la figura di Noè, uomo giusto agli occhi di Dio cercando di identificare nella sua vita quale potrebbe essere la strada da seguire per poter essere anche lui “giusto ed integro” tra i suoi amici;
– giorno 2: a partire dalla riflessione sul brano biblico che racconta della richiesta di Dio a Noè di costruire l’arca, il ragazzo è invitato a riconoscere il progetto che Dio ha sulla sua vita e ad essere strumento di misericordia nelle mani del Padre. Durante il pomeriggio invece ogni ragazzo si soffermerà sul diluvio, come ostacolo che può incontrare nella sua vita, riconoscendo nel Padre colui che gli tende la mano e lo conduce verso la salvezza;
– giorno 3: con le figure della colomba e del corvo, simbolo di riconciliazione tra Dio e l’uomo, il ragazzo discerne le strade che lo avvicinano a Dio da quelle che lo portano lontano da Lui e comprende che ogni giorno può riconciliarsi con il Padre. I ragazzi vivono in questo giorno un’esperienza di “silenzio spirituale” e partecipano alla Liturgia penitenziale;
– giorno 4: dopo la riconciliazione tra Dio e l’uomo comincia il tempo di una “nuova creazione”. Ogni ragazzo riconosce la propria vita come dono ricevuto e riflette sulla possibilità di farsi dono per gli altri. Durante il pomeriggio il ragazzo riconosce che la fedeltà di Dio per l’uomo è riconfermata attraverso la morte e Resurrezione di Cristo. Riflette sulla presenza del Signore nella propria vita nella preghiera, nella Parola, nell’ Eucaristia; si riscopre desideroso di mettersi alla ricerca di questa presenza.
– giorno 5: il ragazzo accoglie il mandato del Signore e si impegna a condividere con tutti la gioia della Salvezza.
Il campo Giovanissimi per imparare a “custodire” (Pontecagnano, 27-31 luglio, 125 euro)
Nel libro della Genesi (2, 15) si afferma che Dio pose l’uomo nel giardino dell’Eden «affinché lo coltivasse e lo custodisse». Un invito che è anche un ammonimento: l’uomo non può mai sentirsi “signore” o “padrone” dei doni che Dio gli ha fatto.
«Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato!». È l’appello che Papa Francesco ha rivolto nella messa solenne d’inizio pontificato: «La vocazione del custodire, però, non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. È il custodire l’intero creato, la bellezza del creato, è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo».
Un compito che non si riduce solo al rispetto dell’ambiente ma che si estende a tutti gli ambiti della vita umana: «È il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore», ha continuato il Papa. «E’ l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, poi come genitori si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori. E’ il vivere con sincerità le amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene. In fondo, tutto è affidato alla custodia dell’uomo, ed è una responsabilità che ci riguarda tutti. Siate custodi dei doni di Dio!».
Ecco allora che i giovanissimi proveranno a declinare questo verbo apparentemente statico, ma invece pieno di dinamismo. Il custodire implica infatti un continuo prendersi cura. Custodire se stessi, il proprio cuore, il proprio corpo, gli altri, Dio, il creato, la parrocchia, la scuola, costituiranno le tappe del profondo viaggio che i giovanissimi dal 27 al 31 Luglio si appresteranno ad intraprendere. CUSTODITE LA CURIOSITÀ E L’ENTUSIASMO! Vi aspettiamo!
Il campo Giovani, partendo da uno dei verbi che ci ha affidato papa Francesco, rimanere, si intitola “Chi rimane in me porta frutto” (Ascea, 30 luglio – 2 agosto, 115 euro)
Una delle immagini con le quali identifichiamo l’esistenza è certamente il movimento. La vita, si dice, è un cammino, un progredire (o regredire…) continuo, un fluire incessante. Cambiamenti, esperienze, accadimenti si susseguono senza posa. Anche la vita di fede è così intesa: un sentiero lungo il quale noi ci avviciniamo al Padre, preceduti dal Padre che con amore ci chiama da sempre ci viene incontro. L’immagine è certamente appropriata ed efficace.
Tuttavia esiste un’altra dimensione, forse meno esplorata, che è quella del “rimanere”. “Camminare” e “rimanere” non devono essere intesi in modo antagonistico: la vita è fluire continuo, ma chi ha fede in Dio sa che siamo pellegrini non nomadi. Il nostro cammino, cioè, ha una méta precisa e si fonda su uno “star saldi” in Dio e nelle relazioni secondo la logica dell’amore. Dentro il movimento dell’esistenza, allora, c’è qualcosa che permane sempre e che dobbiamo coltivare, una roccia stabile su cui camminare sicuri. Come si fa a rimanere in Dio? Come si fa a restare saldi nel rapporto con Gesù? Come si fa a restare saldi nelle relazioni anche quando queste diventano difficili e la tentazione di gettare la spugna è molto forte? Come si fa a restare nella propria storia senza accettare la scappatoia dello spiritualismo disincarnato? Come si fa a restare fedeli alle proprie radici, alla propria terra, quando tutti attorno si muovono secondo la logica del “si salvi chi può”?
Dio, i fratelli, la mia terra, il mio tempo. Restare fedeli a queste dimensioni per dare forma al nostro cammino, per non essere più nomadi ma pellegrini.
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