Emergenza freddo, emergenza amore

Freddo glaciale, temperature polari in arrivo su tutta la  penisola, precipitazioni nevose previste anche su pianure abitualmente risparmiate… Primo pensiero che ti passa per la testa: in questi giorni limitiamo al minimo le uscite e rimaniamo chiusi al calduccio nelle nostre ben riscaldate casette… Sì, l’idea è allettante, ma una vocina in fondo al cuore mi dice che no, proprio in questo momento non posso stare beata a pensare a me stessa… le notizie ai tiggì parlano di centinaia di senzatetto alle prese con un freddo che può rivelarsi fatale per chi, come loro, non ha un posto decente dove attendere il “disgelo”. Ma io cosa posso farci? Come posso pensare di risolvere i problemi di tante persone? Ci pensino i politici, le associazioni di volontariato…di nuovo la vocina mi dice che questo non è il momento di pensare di chi è la competenza, questo è il momento di agire!

Domenica comincio a lanciare dal mio profilo facebook (potenza di facebook) un appello per organizzare una raccolta di coperte, piumoni, giacche a vento da distribuire ai senzatetto nella stazione di Napoli centrale. Approfitto della riunione del consiglio del giorno dopo e butto lì la proposta, che in un primo momento provoca sguardi interrogativi e perplessi, ma poi si guadagna l’approvazione e l’entusiasmo di tutti… Sì, è il momento di rimboccarsi le maniche e darsi da fare per questi nostri fratelli. Prendiamo appuntamento per il giorno dopo e partiamo di sera: che esperienza!!! Eravamo arrivati a Napoli con la macchina stracarica e ci preoccupavamo di non trovare i volontari che abitualmente si occupano della distribuzione… non ce n’è stato bisogno: sono spuntati da tutte le parti, erano soprattutto giovani e stranieri e ci chiedevano di tutto: coperte, scarpe, giacche a vento e guanti, soprattutto guanti per proteggere le mani dal freddo che gela… è finito tutto in pochi attimi e ancora chiedevano con le mani tese… chiedevano qualcosa di caldo da mangiare che noi non avevamo… ci siamo lasciati con la promessa di ritornare due giorni dopo con indumenti e generi alimentari.

Al ritorno in macchina ci mancavano le parole per commentare l’esperienza appena vissuta, eravamo troppo presi da quel turbinio di sensazioni che ci avevano sconvolto, avevamo ancora gli occhi e la mente pieni della visione di mani intirizzite e arrossate, occhi imploranti e riconoscenti… eravamo consapevoli di aver prosciugato solamente  una goccia di quel mare di bisogni e necessità.

Il ritorno a casa è stato sconvolgente, abbiamo guardato con occhi nuovi quella che finora era stata la “normalità” del  nostro mondo, una casa accogliente, comoda, calda… cose che noi avevamo sempre dato per scontate, ma che ora tali più non erano.

Non c’era tempo, però,  di starci troppo a pensare, perché quei fratelli che ora per noi avevano un volto ci chiedevano di fare qualcosa di più… Ci siamo dati da fare con una mobilitazione maggiore di risorse disponibili coinvolgendo non solo più i componenti del gruppo ma anche colleghi di lavoro, vicini di casa, conoscenti, e il miracolo si è ripetuto: dopo due giorni eravamo di nuovo pronti per partire, questa volta con due macchine ed un furgone zeppi non solo di piumoni, guanti e vestiti vari, ma anche una cinquantina di pasti caldi, termos di tè  e quanto altro potevamo portare… mi piace a questo proposito  condividere con voi le impressioni di Anastasia, una ragazza che ha partecipato all’iniziativa: “Questa sera ho vissuto un’esperienza nuova…quante volte sono passata fuori la stazione, guardandomi  intorno con aria distratta, poiché ero impegnata a pensare solo alla mia vita, ai miei problemi… stasera ho guardato con occhi nuovi tutte quelle persone che avevano bisogno di aiuto e pensavo: in quell’ uomo, in quella donna c’è Dio. Allora tutto mi è sembrato  diverso, la mia mente ha iniziato a pensare solo a cosa potevo fare nel mio piccolo per alleviare i disagi degli altri. Stasera in quella folla di bisognosi ho sentito la presenza di Dio.”

Al ritorno, ad un incrocio poco lontano, abbiamo notato un’auto col portellone posteriore aperto e delle persone intente anch’esse a distribuire contenitori con pasti caldi: questo ci ha confortati perché abbiamo constatato che la solidarietà  esiste e viene praticata da tante persone di buona volontà a dispetto di quella che sembra essere una società dove impera solo l’egoismo.

La nostra esperienza con i senzatetto di Napoli non si conclude qui, ma andrà avanti almeno fino a quando non passerà questo periodo particolarmente rigido… tra qualche giorno ci aspettano per un bicchiere di latte caldo e biscotti…

Anna Rosato
presidente Ac Tavernanova

 

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