Le lacrime di un cardinale che piange ricordando un laico ucciso perchè cristiano. L’idea che la pace passi attraverso relazioni libere e serene poichè ci si riconosce fratelli. La necessità che l’Italia e gli italiani decidano di rispondere “sì” alla loro vocazione. 500 giovani arrivati da tutta Italia per passare insieme un pomeriggio ed una serata. E’ stato questo, in estrema sintesi, “tracce di pace” l’incontro organizzato dal settore giovani di Ac in preparazione alla la Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo insieme con i fratelli di tutte le confessioni religiose che si terrà il prossimo 27 ottobre ad Assisi, a 25 anni dallo storico incontro voluto da Giovanni Paolo II.
Ma andiamo con ordine. E’ il 1° gennaio e Benedetto XVI, ricordando che “Chi è in cammino verso Dio non può non trasmettere pace, chi costruisce pace non può non avvicinarsi a Dio” annuncia, in occasione del 25 anniversario dell’incontro voluto dal suo predecessore, una Giornata di preghiera ad Assisi per continuare a pregare e riflettere sulla pace ed il dialogo interreligioso. Un incontro voluto non per commemorare il precedente, ma perchè reso tragicamente necessario dalla storia. E 25 anni fa i giovani di Ac (che annoveravano come vicepresidente un giovanissimo Franco Miano) sentirono il bisgono di dire a papa Wojtyla “siamo con te!” ed organizzarono un momento di preghiera ad Assisi ed anche in occasione della nuova giornata voluta da Benedetto XVI i giovani di Ac hanno voluto ritrovarsi ad Assisi come pellegrini per assicurare al papa la loro preghiera unito ad un generoso e quotidiano impegno per la pace.
Un pellegrinaggio che si è svolto nella giornata di sabato 24 e che, come detto, ha visto la partecipazione, anche solo per poche ore, di tutta l’Italia!A mo’ di esempio, vi dico che fa molto riflettere il ritrovarsi seduti tra un siciliano e un valdostano arrivati ad Assisi solo per partecipare all’incontro del pomeriggio e alla veglia di preghiera del sabato!
Il pellegrinaggio, infatti, si è articolato intorno a due semplici (ma profondi) momenti. Nel pomeriggio c’è stato un incontro di riflessione intorno al tema della pace guidato da Marco Iasevoli. Sono intervenuti il cardinale Jean-Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, che ha sottolineato come il papa sia convinto che le religioni non possano essere motivo di guerre (spiegando il senso dell’incontro del 27) e che si è commosso al ricordo di Shahbaz Bhatti, ministro cattolico ucciso in Pakistan e che ha raccontato come la colpa più grande delle guerre sia distruggere l’umanità delle persone; padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa, che ha ricordato come il pellegrino sia per sua natura persona di pace poichè, attraversando territori ostili per fare esperienza di Dio, si sente fratello di tutta l’umanità e Franco Miano (è necessario dire che è presidente nazionale dell’Ac? 😀 ) che ci ha rivelato come nutra la speranza che, così come dopo l’incontro voluto da Giovanni Paolo II cadde inaspettatamente a distanza di qualche anno il muro di Berlino, dopo l’appuntamento del 27 ottobre cada il muro dell’indifferenza verso gli altri e l’idea di un progetto comune. Sempre Franco ha sottlineato come l’Italia sia oggiil crocevia del Mediterraneo e come, per costruire la pace, debba prendere coscienza del suo ruolo e favorire il dialogo fra persone di diversa cultura e religione, perchè tutte le persone sono una parola che Dio ci rivolge nel momento storico e nel luogo in cui ci troviamo.
Il dialogo tra queste tre voci è stato intervallato da momenti artistici (tra cui l’esibizione della PomiglianoDanza) che hanno messo in luce come sia possibile parlare di pace attraverso tutti i mezzi espressivi a disposizione dell’uomo e da alcune testimonianze: il ricordo, come detto, di Bhatti e la presentazione dell’associazione Rondine Cittadella della pace, la cui missione è promuovere la risoluzione dei conflitti mediante la testimonianza del dialogo e la pacifica convivenza e lo fa attraverso una casa dello studente in cui dividono la stanza israeliani e palestinesi, russi e ceceni ed altri giovani le cui etnie sono in conflitto.
L’incontro si è, infine, concluso con una fiaccolata che ha condotto i giovani (ed i presidenti ed assistenti diocesani arrivati per l’occasione da Terni, dove erano riuniti per il loro tradizionale incontro di inizio anno) alla Basilica inferiore di Assisi per un momento di preghiera particolarmente significativo.
(per saperne di più e scaricare la traccia del momento di preghiera, che può essere riproposto in parrocchia, vai su “Tracce di pace. Giovani di Ac per un cammino di libertà”)