Tutti d'unpezzo?!

L’attesa per l’esperienza del Campo Ac è sempre entusiasmante, ma parteciparvi e viverlo, è sentirsi protagonisti in una continua scoperta! Quest’anno grazie alla preziosa occasione del campo scuola unitario, tutti i settori a partire da quello giovanissimi, si sono ritrovati a condividere e confrontarsi, sul medesimo tema “Eucarestia è vita quotidiana”, interrogandosi e rivelando esclamativamente l’autenticità del messaggio custodito nello slogan ricorrente: “ Tutti d’un pezzo?!”. Nel corso di questa esperienza, le giornate sono state scandite schematicamente in laboratori di settore, che andavano poi a coniugarsi in un momento di scambio intergenerazionale e nella celebrazione eucaristica. Ad arricchire il tutto, il “bestiario liturgico” del mattino, con l’analisi delle “bestialità” che spesso si compiono nel corso della celebrazione eucaristica, seguito dalle relative spiegazioni e correzioni; e l’animazione serale coinvolgente, con balli e attività di gruppo, che provvedeva a presentarsi anche come strumento per consentire la nascita di nuove relazioni e l’approfondimento di quelle già esistenti, il tutto concluso con l’adorazione eucaristica. Il percorso affrontato nel corso del campo si è manifestato attraverso il dispiegarsi del rito della celebrazione eucaristica: Riti di introduzione, liturgia della parola, liturgia eucaristica, Riti di conclusione e congedo, dunque una vera e propria analisi, necessaria per poter comprendere, assumere consapevolezza e vivere al meglio  ciò che ci fa Chiesa. Tutto ciò sintetizzato nelle tre parole chiavi, Perdono – dono – Missione.

Il Perdono, l’invito che il celebrante nella liturgia ci esorta a chiedere  per i nostri peccati, le omissioni, le mancanze, proprio attraverso la pronuncia del “Confesso”, posto all’inizio della messa,  che assume un significato assai diverso da quello dell’ “accusa”, e che invece sta per

“ Ecco, mi presento, così come sono, con le mie debolezze, con i miei difetti, davanti a te, Dio onnipotente, e a voi fratelli”.

Il Dono della parola di Dio, accolta nel cuore attraverso il silenzio, raro e difficoltoso da ricercare in noi stessi, così tanto bombardati dai rumori tanto esteriori quanto quelli interiori, eppure necessario all’accoglienza che invita all’ascolto, al raccoglimento, alla più intima interiorizzazione della parola, alla riflessione, all’adorazione della stessa, e grazie al quale riveliamo che Dio non è esterno a noi, ma risiede in noi. L’Eucarestia, quest’ultimo e vero atto di amore di Gesù Cristo, è il dono prezioso da custodire ed annunciare, testimonianza del suo corpo, riconosciuto ed accolto in noi; è la rievocazione del banchetto che Gesù fece per i suoi discepoli, è la memoria di tutta la storia della salvezza, la sua richiesta di edificazione della Chiesa nel presente.

La Missione,  il mandato affidato a ciascuno di noi attraverso l’invito del celebrante a “non tenere per me, ciò che Cristo mi ha donato”. La messa è un’esperienza d’Amore, che fa emozionare, è quel tipo di turbamento che non lascia indifferenti, ma che ci esorta nel trasformare ciò che abbiamo ricevuto, in concretezza, ci incita ad essere vera e propria azione. Dunque è proprio attraverso noi, che si traduce nel mondo, la messa! Essa non termina, ma ha inizio al saluto del celebrante, che ci invita a consegnare amore, ad essere veri e propri ponti dell’amore di Cristo, “in pensieri, parole, opere”.

Ciò che ha trasmesso l’esperienza di questo campo unitario,  che esprimo da giovane di azione cattolica, è che davvero lo stile e lo spirito di vita del Cristiano va maturando sia attraverso la cura delle relazioni umane, quindi in modo orizzontale, che in modo verticale, attraverso la cura dell’amicizia con Gesù Cristo. Queste due dimensioni, assumono circolarità e contemporaneamente, l’una è inclusa nell’altra, disseminare l’una, significherebbe perdere cura d’entrambe. In questo cammino di progresso “bidimensionale”, non siamo soli! Contro la tentazione dell’individualismo, deve abitare in noi l’ospitalità dell’ accogliere la condizione dell’essere “insieme”. Cresciamo accompagnati da veri e propri “Testimoni dell’ amore” che costituiscono loro stessi, per tutti noi, un’enorme ricchezza, un dono prezioso. Le loro parole, i pensieri, si sono manifestati attraverso le proprie vite, e ci hanno accompagnato con un  contributo speciale e indispesabile, nel corso del campo scuola unitario. Paolino Iorio, Alberto Marvelli ed il nostro Vescovo Beniamino Depalma,  ci hanno manifestato con estrema semplicità d’animo l’incontro con Gesù Cristo e la sua costante presenza nelle proprie vite. Nell’eucarestia hanno riconosciuto la gioia di vivere in pienezza il quotidiano, riscoprendo così, “la bellezza della comunità”. E’ proprio vero che in essa ci si riscopre continuamente “unione”, così, mentre ci accostiamo l’uno dopo l’altro all’eucarestia, diviene concreta l’immagine di noi stessi, ciascuno pezzo del corpo di Cristo,  che ci fa “uno”, grazie all’incontro con lui, ed è’ davvero bello riscoprirsi così, Pane. E’ pur vero però che siamo chiamati costantemente ad imitare Cristo, e ad essere perciò noi stessi, pane spezzato per il prossimo. Questa è la più grande sfida che noi tutti, dobbiamo avere il coraggio di affrontare, e che si è realizzata continuamente nel corso di questa magnifica esperienza!. Giovani e Adulti si sono spezzati l’uno per l’altro, hanno donato e arricchito ogni presente, si sono svelati, hanno “Confessato” loro stessi  e viceversa hanno accolto “confessioni”, uno scambio di “se” eccezionale, ancora rivelatore della bellezza della gratuità. Al termine di questa bella e unica esperienza,come lo è ognuna, siamo divenuti “testimoni ricaricati”,  fiduciosi di continuare ad essere  seminatori, in noi stessi, e nelle nostre comunità, con  gioia contagiante e desiderio d’azione, esprimendo ciascuno, insieme, tutti d’un pezzo, un autentico Grazie!

Paola Sannino

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