“Vedi Napoli e poi muori”, recita un vecchio proverbio che voleva sottolineare la bellezza di Napoli e del territorio che la circondava. Un detto che trasudava di amore per la nostra terra, una terra fertile, paesaggisticamente unica, popolata da “bella gente” e che non aveva nulla da invidiare a nessuno.
Ripetere oggi quel proverbio sembra quasi una presa in giro: passano i mesi, gli anni e pian piano quella bellezza appassisce a causa delle piaghe che infettano i luoghi che abitiamo. Evidente (e famosissimo) il problema l’immondizia un’emergenza che, tutti ripetono in continuazione, non si potrà superare se non con interventi “strutturali”. Un’emergenza ambientale (di cui il problema “monnezza” rappresenta solo la punta dell’iceberg, la parte più evidente) che, allargandosi a macchia d’olio, rischia di infettare tutti e tutti diventando emergenza sociale, sanitaria e, lasciatecelo dire, anche morale. Sì, perchè questo perenne stato di calamità sta lentamente segnando noi che abitiamo questi luoghi portandoci via pian piano la speranza: la Campania felix è ormai destinata a restare per sempre infelix, le persone (i giovani e chi può) pian piano iniziano a trasferirsi per cercare un futuro che sia migliore non solo lavorativamente, ma anche dal punto di visto della salute.
Ma è davvero così? Siamo davvero arrivati a un punto di non ritorno? E davvero noi, cittadini “normali”, non possiamo far nulla? Davvero non ci resta altro da fare se non prendercela con amministratori vari e a vari livelli? A patto che ci sia la voglia di rimboccarsi le maniche (e la condizione per farlo è che ci sia ancora speranza), cosa si può fare?
Per cercare di dare risposta a questi e tanti altri dubbi che ci attanagliano in questi tempi, l’Azione Cattolica di Nola ha promosso ed organizzato in collaborazione con l’Ufficio diocesano di Pastorale Sociale e del Lavoro, Giustizia e Pace e per la Salvaguardia del creato, la Caritas, Comunione e Liberazione, la Comunità missionaria di Villaregia, la Fuci, il Meic, il Mieiac, il Movimento dei Focolari, l’Ordine Francescano Secolare Italiano, l’Ordine Secolare dei Servi di Maria ed il Rinnovamento nello Spirito Santo l’incontro “Una fede che ama la terra: la tutela del territorio tra disperazione e speranza” che si terrà il 3 febbraio alle ore 18.30 presso il cineteatro “S.Pietro” di Scafati. Durante l’incontro interverrà Luigi Fusco Girard, docente della facoltà di Architettura dell’Università “Federico II” di Napoli ed esperto internazionale dei temi di sviluppo sostenibile.
Questo incontro si inserisce all’interno della più ampia riflessione che la diocesi sta facendo sul tema della tutela del territorio ed è da considerare in continuità con l’incontro del 21 gennaio organizzato dall’Ufficio diocesano di Pastorale Sociale e del Lavoro, Giustizia e Pace e per la Salvaguardia del creato
Il convegno sarà così articolato:
Una fede che ama la terra. La tutela del territorio tra disperazione e speranza
Sguardi sul presente video realizzati dalle parrocchie della terza zona pastorale sulle risorse e devastazioni del nostro territorio (dall’emergenza rifiuti all’abusivismo edilizio, dalla cattiva gestione degli spazi collettivi alla separazione tra bene/spazio privato da tutelare e manutenere a bene/spazio pubblico abbandonato a se stesso) per recuperare una prospettiva d’insieme sulla situazione del nostro territorio
Prospettive di futuro in cui, in una prima parte, interverrà Luigi Fusco Girard che metterà maggiormente a fuoco le questioni per prospettare una possibile via d’uscita attraverso l’esperienza di alcune realtà che sono riuscite a “risollevarsi”. Successivamente saranno presentate delle organizzazioni laicale una serie di “buone prassi”: vie praticabili da tutti i cittadini per prendersi cura facilmente e concretamente della terra in cui vivono e che sono chiamati a salvaguardare.
Infine, la conclusione affidata a Padre Beniamino Depalma
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