Fare memoria non è ricordare nostalgicamente eventi passati. La memoria è un mistero che produce nella vita di ognuno di noi dei sentimenti e delle relazioni profonde. Consapevoli di tale importanza, l’Azione Cattolica diocesana si è riunita martedì 27 gennaio, a Lauro per “fare memoria” della Shoah. Per noi non è stato solo un evento commemorativo, ma anche e soprattutto un evento culturale e didattico organizzato perché possa valere come monito alle future generazioni perché mai più si ripeta un tale eccidio. La tragedia della Shoah, infatti, non è stata causata dalla follia di un singolo individuo, ma piuttosto dalla follia di molti, di un intero popolo.
La veglia di preghiera guidata da padre Giulio Parnofiello ha dato a noi partecipanti la possibilità di riflettere grazie anche a brani tratti dal libro “la banalità del male” di H.Arendt e a riflessioni profonde che sono riuscite a toccare il cuore di ognuno di noi… sullo schermo scorrevano immagini strazianti di uomini costretti a lavorare nel fango, ridotti a scheletri, donne senza capelli, dagli occhi spenti, bambini che non hanno mai potuto sorridere, mai potuto giocare, fosse piene di cadaveri buttati come sacchi senza nessuna pietà… e non è fantasia, tutto ciò è davvero accaduto.
La veglia di preghiera ci ha dato la possibilità di rivivere tali momenti, di portare nella nostra vita quello che è stato e farne un’esperienza nuovamente vissuta. Ci è sembrato per un attimo di attraversare i luoghi, oggi deserti e silenziosi dei campi di concentramento, e quasi ci siamo sentiti responsabili di tutto ciò che è stato. Purtroppo la tragedia della Shoah è avvenuta molti anni fa e ogni anno ci sembra sempre più lontana, ma ancora oggi continuano ad accadere, sotto i nostri occhi, tanti piccoli orrori, e noi cosa facciamo? Forse non ne siamo i diretti responsabili, ma non possiamo e non dobbiamo restare immobili, impassibili, lavandocene le mani, possiamo invece impegnarci in azioni concrete per rendere diverso il destino dell’umanità; forse qualcuno potrebbe domandarsi come potrebbe essere possibile ciò, in realtà siamo solo una piccola minoranza che vive in una società problematica e complicata, ma proviamoci, tentiamo di riuscire a tenere in vita i nostri ideali, l’amore per il prossimo, per il mondo e per il Vangelo. In questo modo il Giorno della Memoria uscirà dai confini della celebrazione per entrare quotidianamente nel nostro patrimonio di vita vissuta con dolore, con speranza e con emozione.
Luisa Falco