Chi dona a Dio, presta al povero…

“Le responsabilità dello sfascio non stanno mai da una sola parte: quod non fecerunt barbari, saepe fecerunt barberini… Ma la crisi morale é anche crisi di legalità quando si é totalmente incapaci di atteggiamenti di chiara denuncia e di critica resistenza al male.
[…] Sarà, allora, un Natale effettivamente diverso se, consapevoli della benevolenza di Dio nei nostri confronti, sapremo riscattarci dalle secche di una vita arida dando il nostro fattivo contributo al progresso della vita pubblica e sociale innalzandone il tasso di moralità e di legalità. Il Natale sarà provvidenzialmente diverso se, nonostante la preoccupante crisi economica, accogliendo il grido vittorioso del Bimbo che nasce, vorremo allontanarci decisamente dalla crisi valoriale convertendoci alla giustizia e della solidarietà. Convertirsi alla solidarietà ed alla giustizia significa cominciare a percepire l’altro – ogni altro! – come metà della nostra anima, per cui l’uomo solidale non si concede pace alla vista di un uomo che soffre, soprattutto se ingiustamente. Se, dunque, per uscire da una crisi economica strutturale e congiunturale é necessario che siano i governanti ad elaborare ed attuare politiche di sostegno alla famiglia, per uscire dalla crisi morale é determinante il contributo di ciascuno di noi: alla necessaria individuazione e denuncia del male, alla necessaria azione sanzionatoria e punitiva dello Stato, si deve aggiungere la capacità di rifuggire dall’egoismo per vivere nella solidarietà”.

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