Si è chiusa un’epoca. Questo il commento più diffuso a un paio di giorni dalle elezioni. Anche a sentire le voci di internet, le più schiette e sincere. I giorni dei conti, dei sondaggi paragonati ai risultati, delle analisi dei flussi dei voti. I giorni delle recriminazioni e quelli dei sorrisi trionfali. Si è chiusa un’epoca, dicevamo. C’è chi dice che è finita.
La Seconda Repubblica e chi, come Ernesto Galli Della Roggia, spingendosi più in là, fa notare che (visti i risultati) forse la Seconda Repubblica inizia proprio ora. Inizia da questo voto, con questi risultati. Ma quali risultati? Mannheimer, il sondaggista che ha fatto compagina (fin quando la legge lo permetteva) a Bruno Vespa durante questa campagna elettorale, fa un rapido punto della situazione sulle pagine de Il Corriere della Sera.
Dalle urne, tra i tanti temi, sono due le cose che saltano subito all’occhio: una vittoria (quella della Lega) e una disfatta (quella della sinistra dalle mille apposizioni: massimalista, comunista, del no, arcobaleno, a dir si voglia). Ma anche in questo caso, sarebbe semplicistico cercare nei giorni della campagna elettorale le ragioni di questi risultati.
La Lega, ormai, è un partito, per quanto localizzato solo su un certo territorio (che però va espandendosi), cosiddetto “di governo” e i cui valori sono sempre ben più radicati al Nord.
La Sinistra L’Arcobaleno (che conteneva i quattro più grandi partiti della sinistra estrema) si trova a fare i conti con una distanza enorme tra sé e i suoi elettori, così come sottolineato anche da uno dei suoi maggiori esponenti nel nostro territorio.
Dicevamo che si è chiusa un’epoca e a vedere chi ci sarà nel prossimo Parlamento, chi arriverà e chi non ci sarà più, al di là delle sigle dei partiti, la cosa appare evidente. Resta da capire, se ci sarà da rimpiangerli o meno, ma il tempo si sa, ha tutte le risposte (o quasi)…