Il tentativo di Marini è fallito, nessun governo di transizione. Ora Napolitano scioglierà le Camere e comunicherà la data delle nuove elezioni. Che idea farsi?
Il tentativo del presidente della Repubblica era giustificato: voleva che i partiti si assumessero la responsabilità di cambiare l’attuale legge elettorale, la Porcellum, e dessero al paese un sistema di voto che garantisse la governabilità.
Per fare questo occorreva un’ampia maggioranza, dunque un accordo tra le forze politiche dei due poli. La cosa di fatto era impossibile: il centrodestra sente odore di vittoria facile, e non aveva alcun interesse a rimandare di qualche mese la chiamata alle urne.
Dunque si torna al voto. Ma con quale spirito? Con quali speranze? La legge elettorale resta la stessa, con le liste fatte dai partiti e un meccanismo di premi di maggioranza regionali che renderà ancora una volta il Senato una grande palla di fuoco. La classe dirigente in gioco sarà sostanzialmente la stessa degli ultimi anni, perché non c’è il tempo materiale per un rinnovamento (in qualche settimana non cambiano i nomi e i volti della politica).
Alla luce di questi fatti salta anche il referendum che proponeva una legge elettorale a forte vocazione maggioritaria. La data slitterà di un anno, proprio come volevano i piccoli partiti preoccupati dall’eventualità di essere tagliati fuori dai giochi.
I cittadini sono caricati di una responsabilità enorme: devono scegliere a strettissimo giro a chi affidare il Paese, pur essendo ormai scettici sulle capacità politiche e di governo di entrambi gli schieramenti.
Certo non gioverà la polemica che da domani invaderà i giornali e le tv: chi si alleerà con chi? Il Pd andrà da solo? E Forza Italia? Nascerà la Cosa bianca? Sarà il terzo polo? E la Cosa rossa? Insomma: troppa carne a cuocere perché riusciamo davvero a raccapezzarci.
La preoccupazione è tanta: il Belpaese non se la passa benissimo, ha bisogno sempre più di interventi strutturali e lungimiranti, e nel contempo necessita di scelte veloci e coraggiose.
Cerchiamo tuttavia di non lasciare spazio allo sconforto, di avere uno slancio di interesse e passione civile, di non arrenderci a fattori esterni che sembrano vanificare ogni nostro ideale. In questo momento abbiamo il dovere della Speranza.
Marco Iasevoli