È andata: anche la tredicesima Assemblea Diocesana si è conclusa. Che dire: una giornata emozionante come poche e all’insegna del dialogo, confronto, democrazia e amicizia. Partiamo da un elemento certo ed importante: eravamo in tanti al seminario. Eravamo in tanti perché consapevoli dell’importanza dell’evento e della gioia che solo lo stare insieme in queste situazioni riesce a dare.
Prima di ogni cosa il nostro saluto e ringraziamento va al presidente uscente Giovanni Albarano che ha servito l’Associazione per sei anni con molto frutto.
La giornata è stata aperta dalla lettura, dopo le lodi, della lettera che il nostro Vescovo Beniamino Depalma ci ha inviato in occasione dell’assemblea. Vescovo che sarebbe dovuto essere con noi in mattinata, ma che purtroppo non è potuto essere presente per motivi di salute (nulla di grave).
C’è poi stato il resoconto della situazione associativa da parte del presidente Giovanni Albarano che ha messo in luce una associazione in salute, in cui sempre di più emerge con forza la bellezza dello stare insieme, la collaborazione tra settori e movimenti (tra l’altro è stato annunciato il campo estivo unitario, una richiesta fatta dal nostro Vescovo Padre Beniamino alla quale la presidenza diocesana ha risposto sì con gioia), la necessità di un dialogo che è presente e che non deve mancare mai.
Dopo le parole di Giovanni (interrotte più volte da scroscianti applausi di gratitudine per il lavoro svolto) è stato il turno di Francesca Zabotti, vicepresidente nazionale adulti. La vicepresidente ha puntato il dito sull’unitarietà, sull’essere una cosa sola di tutte le associazioni diocesane italiane e che sono nel resto del mondo: l’Azione Cattolica è una e tutti ne facciamo parte. La signora Zabotti ha poi ricordato come la nostra diocesi è sempre stata un’associazione viva e che lei ,a livello personale, ha sempre sentito molto vicino, ricordando le parole di Carlo Carretto che definiva l’AC come un’esperienza di fraternità. Ma, soprattutto, ha sottolineato come l’Assemblea non sia un fatto burocratico, un momento rituale, un qualcosa da espletare ogni tre anni, ma come rappresenti momento per incontrarsi, rafforzare il vincolo associativo, progettare il futuro, per riconoscere l’opera e la presenza del Signore che si manifesta attraverso l’impegno dei soci. E poi l’assemblea è il momento dell’avvicendamento nella generosità di un servizio che sappiamo a tempo, il momento in cui si passa il testimone e che è fondamento della vitalità che contraddistingue l’AC. Infine, ha ricordato come l’AC sia importante per noi soci, per la Chiesa e per tutta la società italiana, un tesoro di cui disponiamo e che noi stessi rappresentiamo di cui a volte non abbiamo piena consapevolezza. Un tesoro che non va nascosto, ma che ci vuole impegnati nel rispetto della scelta religiosa.
Alle relazioni è seguito un dibattito cui hanno partecipato i soci delegati presenti che ha ulteriormente arricchito la mattinata. Durante la Messa, infine, sono stati consegnati da don Pasquale le nomine ufficiali ai presidenti parrocchiali, firmate da Padre Beniamino.
Al pranzo è poi seguita l’apertura dei seggi il cui risultato potete leggere sulle pagine di questo sito. Ai nostri consiglieri un auguri e un grazie per la loro disponibilità a servire l’Associazione.
Ed ora al lavoro, perché ci aspetta un nuovo, avvincente triennio…