Nei week-end del 25-26 novembre e 24-25 febbraio, presso la Casa del Clero di Nola, si sono tenute le prime scuole di cittadinanza dell’Azione Cattolica diocesana. Si è trattato di un appuntamento associativo “insolito”, in quanto i temi centrali non sono stati quelli “canonici”, bensì la Costituzione Italiana e la politica locale. In entrambe le occasioni, durante il pomeriggio del sabato, abbiamo discusso con don Antonio, viceparroco della parrocchia di San Giuseppe di Boscoreale e ordinario di diritto ecclesiastico presso la “Federico II”, degli ideali e delle questioni che la nostra Magna Charta ancora ci propone. Nel primo appuntamento ci è stata presentata infatti una panoramica sul contesto storico in cui si sono svolti gli incontri segreti della FUCI e dei giovani cattolici (che poi hanno portato alla stesura del codice di Camaldoli, fonte di ispirazione per i padri costituenti), sulle tre ideologie fondamentali che hanno popolato l’Assemblea Costituente (democratico-cristiana, liberale e socialista) e su alcuni degli uomini che vi hanno partecipato, come Giuseppe Dossetti e Giorgio La Pira. A febbraio, invece, don Antonio si è fermato con noi sui primi due articoli della Costituzione, dai quali abbiamo tratto fondamentali spunti di riflessione sui diritti inviolabili dell’uomo e sui suoi doveri di cittadino. La domenica ha avuto come protagonista la politica locale, con le sue prassi e le sue incredibili (e per noi sconosciute) complessità. Nei due week-end sono venuti a portare la loro testimonianza Luigi Amato, ex assessore all’Ambiente del comune di Marigliano, e Giovanni Malesci, attuale assessore all’Urbanistica e ai Lavori pubblici del comune di San Vitaliano (già vicepresidente diocesano dei giovani). Abbiamo toccato argomenti scottanti: rifiuti, appalti pubblici, illegalità diffusa… ed è stato interessante discuterne per poter capire meglio quali sono i meccanismi e le dinamiche reali della società e della politica. Mi è stato chiesto di fare un bilancio sull’esperienza vissuta: è stata sicuramente molto interessante ed edificante, che ha raccolto in una sorta di “laboratorio” una quindicina di giovani. Ora è il momento di allargare l’esperienza, nella speranza che l’aggettivo “sperimentale” venga cancellato e che le scuole di cittadinanza entrino a far parte dell’elenco degli incontri diocesani ordinari e che possano essere accolte da un numero maggiore di persone. In particolare, dovrebbe essere parte stabile della formazione complementare di responsabili e collaboratori diocesani, educatori e, soprattutto, adulti e giovani-adulti. La strada verso una santità feriale e laicale passa per questi argomenti e una formazione specifica è molto utile per poter essere Azione Cattolica nel vero senso della parola, e per poter essere meglio “nel mondo ma non del mondo”.
Antonio Romano