Verso l’alto – Trekking per giovaniadulti/adulti giovani

Camminare “è un modo di rispondere al nostro bisogno di spiritualità, perché noi non siamo soltanto corpo e mente. Ed è proprio della spiritualità che ci deruba il mercato, quando invade il privato. Chi cammina rispettando il silenzio della natura scopre la possibilità di mettersi in contatto con se stesso, di ascoltarsi, di lasciarsi raggiungere dalla propria anima, dalla quale ci separa continuamente la vita frenetica che conduciamo, spesa in gran parte in frivolezze, trivialità e menefreghismo”. (Alberto Meschiari)

Il 14/15 giugno come Ac diocesana percorreremo il Sentiero Frassati della Regione Campania. L’appuntamento (pensato soprattutto per i giovaniadulti e gli adultigiovani) vuole essere un’occasione per approfondire in questo anno frassatiano un aspetto che ha contraddistinto la vita del beato Pier Giorgio Frassati che ha fortemente amato la montagna, vivendone intensamente “la triplice valenza di palestra che allena, scuola che educa, tempio che eleva” (dalla targa apposto sul Sentiero Frassati della Valle d’Aosta).

Il Sentiero della Campania è a Sala Consilina, il percorso dura complessivamente 8.30 h ed è catalogato per escursionisti  esperti per la sua lunghezza. Lo percorreremo dividendolo in due tappe: questo lo rende agevole, ma resta un trekking in montagna e, quindi, è necessario aver ben presente che ci sarà da camminare un bel po’ e di fare fatica vera prima di decidere di partecipare all’iniziativa. Il pernottamento è previsto presso il Santuario di S. Michele (a circa metà percorso): c’è l’acqua (ma non quella calda) e non ci sono i letti (quindi ognuno dormirà nel sacco a pelo o su un materassino da campeggio se lo ha), quindi oltre alla resistenza alla fatica è importante avere un discreto spirito di adattamento. Naturalmente sono necessarie le scarpe da trekking, uno zaino, una borraccia da almeno 1 l, un impermeabile, cappello, crema solare, un paio di spuntini. Il necessario per la notte e il cambio può essere riposto all’interno di un altro zaino che sarà recapito direttamente al Santuario, in modo da non dover camminare con peso aggiuntivo.

Partenza da Nola alle 14.00 di sabato 14 giugno. Rientro nel pomeriggio del 15 giugno. Il costo di 50€ è comprensivo di contributo per il viaggio, della cena (calda e consistente) del sabato sera, della colazione e del pranzo (caldo e consistente) di domenica.
Prenotazioni ed ulteriori informazioni a Enrico Viscardi. Massimo 40 partecipanti.

Di seguito il racconto del Sentiero tratto da “L’Italia dei sentieri Frassati” edito dal CAI

Alle falde dei monti della Maddalena, che a NE incastonano il Vallo di Diano e che un tempo apparte­nevano alla Lucania, in una zona – denominata San Giovanni in Fonte – compresa tra Sala Consilina e Padula, sgorga un’acqua limpidissima che attraversa campi ameni e pianeggianti, e silente affluisce nel fiume Tanàgro, che solca le terre ubertose della vallata.

Su questa sorgiva è impiantato il battistero paleocristiano di Marcellianum (sobborgo della città ro­mana di Cosilinum), nel quale l’antico rito del battesimo per immersione assumeva, per la particolarità dell’impianto architettonico, una suggestione tale da far esclamare a Flavio Magno Aurelio Cassiodo­ro: “Anche la Lucania ha il suo Giordano!”.

È da questo luogo unico al mondo, risalente ai primi secoli del Cristianesimo, che ha inizio il Sentiero Frassati della Campania, che in una dozzina di chilometri ci porta a ripercorrere, in una progressione storica che asseconda quella altimetrica, le tappe fondamentali della storia religiosa di questa terra.

Dopo un’attenta ed edificante visita del battistero (478 m), oggi in tenimento di Padula, ci si incammina in direzione di Sala Consilina lungo il primo tratto del percorso, assolutamente pianeggiante e protetto da lunga staccionata, fiancheggiando uliveti e vigneti, orti e case rurali.

Appena superata un’attrezzata area di sosta, con un piccolo strappo in salita raggiungiamo i ruderi del monastero di Sant’Angelo in Fonti (XIV sec.) il cui residuo di torre che si erge superbo tra rada vegeta­zione ci ha dato perfettamente l’orientamento in questa prima mezz’ora di cammino. Il monastero (554 m) – nel quale erano ben fusi il romanico della struttura e il gotico degli ornamenti – ospitò nella prima metà del ’300 una comunità di monache cistercensi dell’ordine di San Bernardo, santo molto caro, oggi, agli alpinisti per esserne il patrono. Il luogo è particolarmente importante perché poco più avanti, ripresi i nostri passi lungo il sentiero, troviamo una spelonca (560 m) un tempo adibita a culto dai primi cristiani, che vi si rifugiavano a causa delle continue e ostinate persecuzioni. E fu da questa spelonca che, per la gente di Sala, ebbe inizio – in maniera non dissimile da quanto riscontrabile in altre località del Meri­dione – quel culto micaelico che più tardi si sviluppò nel pieno della luce del Colle della Balzata (986 m), sul quale si edificò e si accrebbe negli anni un vero e proprio santuario dedicato all’Arcangelo Michele.

Ed è appunto lassù che, in circa due ore e mezzo, conduce il nostro “Sentiero Frassati”, che per la pri­ma metà di questo tratto si mantiene ancora in piano, a mezzacosta tra gli uliveti, molto probabilmente ricalcando qui il percorso della romana via Annia che univa Reggio a Capua.

In un’ora raggiungiamo la collinetta del Tempone, che aggiriamo sulla destra cominciando decisamen­te a salire fino ad incrociare una breve diramazione della rotabile che porta al santuario di San Michele. La percorreremo, girando a sinistra, per poche centinaia di metri, per ricostituire la scorta d’acqua alla fontana prospiciente la piccola cappella dedicata alla Madonna di Loreto (690 m), dove pure sarà ripagante una breve sosta. Ritorneremo poi sui nostri passi, perché ai tornanti asfaltati che da qualche decennio hanno fagocitato l’antico percorso dei pellegrini il “Sentiero Frassati” preferisce un desueto percorso, tutto a comodi tornantini lungo il versante della Balzata prospiciente Padula, che ha il pregio di farci ancora oggi rivivere l’emozione di raggiungere il santuario calpestando la nuda terra.

Dal piazzale antistante il santuario lo sguardo domina su tutta la parte centromeridionale del Vallo di Diano che, per la frazionatissima proprietà terriera – volta a tipologie e tempi di coltura diversi – sem­bra ammantato d’un vestito d’Arlecchino. Dalla corona di monti che sulla valle s’affaccia (e un tempo, quando laggiù era tutta un’immensa palude, fors’anche si specchiava) spiccano le cime – spesso innevate fino al so­praggiungere dell’estate – del Cervati e del Sirino.

Ma poi lo sguardo si ferma a N, verso la cima della montagna incombente proprio dirimpetto all’ingresso del santuario: è il Sito Alto (1467 m), dove la pietà popolare da tempo imme­more, in un’umile cappella, onora la Vergine (la Marònna ri la Sit’Auta).

Dal santuario di San Michele il Sentiero Frassati ci conduce lassù, aggirando il Monte Schiavo, in circa tre ore, attraverso un percorso di notevole valenza storico-antropologica, giac­ché ci riconduce a quei terrazzamenti d’alta quota che – col­tivati ancora negli anni immediatamente successivi all’ultimo dopoguerra – costituivano un po’ il simbolo di un’economia agraria che non poteva permettersi di lasciare abbandonato neppure il più sperduto lembo di terra coltivabile.

Il percorso è per la maggior parte ombreggiato e nella prima ora coincide con l’antica via dei Marsicani, che un tempo col­legava Sala con Marsico Nuovo e la Val d’Agri, e che oggi è parte di una “bretella” che con sei ore di cammino, passando per la cappella di San Vito a Pergola, ci porterebbe dritti sul “Sentiero Frassati” della Basilicata, a Sasso di Castalda.

Ma nel punto in cui si dovrebbe deviare ad E verso la Basilicata, noi ci manteniamo in Campania, giriamo decisamente verso W e continuiamo a salire in un susseguirsi diverso di ambienti naturali, tra boschi e radure, fino a giungere ad incrociare la strada che, da altro versante e sterrata solo nel tratto finale che ora pure noi percorriamo, da Sala conduce alla cappella in vetta al Sito Alto.

nota relativa alla cartina del percorso: noi ci fermeremo alla Madonna di Sito Alto e non percorreremo anche il Sentiero dei Pellegrini che porta a Sala Consilina

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